(Getty Images)
Carlos Sainz racconta la sua vita anche al di fuori delle gare di Formula 1 e svela il suo segreto: “Lui è il mio vero modello”
Ha sposato il progetto Ferrari anche dopo un anno difficile per il team, perché a certe chiamate non puoi dire di no. Oggi Carlos Sainz comincia veramente a conoscere il mondo di Maranello e sta cercando di crescere in fretta anche se la SF21 non è ancora ai livelli della concorrenza.
Intanto però il GP di Spagna è stata anche occasione per raccontare un po’ del suo privato e delle sue passioni. Il pilota spagnolo non ha nessun dubbio de deve indicare quale è il modello da imitare. Suo padre e non solo perché porta lo stesso nome. Ex grandissimo campione di rally e rally raid, Carlos Sainz senior (anche se a nessun dei due piace questa distinzione) è un punto di riferimento continuo.
“Mio padre è stato un enorme sostegno nel corso di tutta la mia carriera – ha spiegato il ferrarista – e da lui ho imparato molte cose. Ad esempio l’attenzione per il dettaglio e che non si guadagna nulla ripensando a quello che non ha funzionato in una gara”. Non sente di essere ‘figlio’ di…’ anche se la carriera del padre è leggendaria, ma è orgoglioso di un padre così.
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Carlos Sainz è tifosissimo del Real Madrid, lo ha ricordato anche a Barcellona se mia ci fossero stati dubbi. E per questo ieri ha gradito moltissimo la visita a Maranello di un suo vecchio idolo come Cristiano Ronaldo.
Il campione juventino è arrivato in elicottero, insieme ad Andrea Agnelli e John Elkann, accolto da Mattia Binotto e dai due piloti Ferrari. Magliette autografate, una visita allo stabilimento, ma anche l’acquisto di una Ferrari Monza SP2, modello esclusivo che pochi mesi fa ha comprato anche Zlatan Ibrahimovic.
Lo spagnolo però ha anche altri due sport, oltre ai motori, che ama e pratica, il golf e il pugilato. Sui green è bravissimo, ha un handicap così basso che potrebbe giocare ad ‘amateur’ con i professionisti e confessa che gli serve per aumentare il livello della concentrazione. E la boxe? “Il mio attuale coach ha lavorato anche con un pugile professionista. Così qualche anno fa abbiamo deciso di introdurla nel mio allenamento quotidiano e mi è piaciuta perché richiede anche anche molta tecnica”.
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