“Provo un po’ di panico”: Zlatan Ibrahimovic confessa la sua paura più grande

“Provo un po’ di panico”: Zlatan Ibrahimovic confessa la sua paura più grande. Il campione svedese per una volta non sa come fare

Capita a tutti i grandi campioni quel momento in cui devono confrontarsi con loro stessi a farsi una domanda: “Per quanto ancora vuoi andare avanti?”. C’è chi come Valentino Rossi è andato anche oltre e chi come Zlatan Ibrahimovic che non sa come fare.

Il campione svedese lo ha detto chiaramente durante il ritiro della nazionale svedese che sta preparando gli spareggi per andare ai Mondiali 2022. Il solo pensiero di staccare la spina con campo e allenamenti lo sta mandando in crisi e non ha paura ad ammetterlo: “Provo un po’ di panico davanti alla prospettiva di smettere. Ecco perché continuerò il più a lungo possibile, fino a quando riesco a ottenere risultati. Ma devo state bene in campo, senza soffrire”.

A 40 anni, con un contratto in rossonero che sta andando in scadenza e un Mondiale che sogna per lasciare un ultimo segno importante, Ibra è tra coloro che stanno sospesi. Carica i compagni di nazionale dicendo che sicuramente la Svezia in Qatar ci sarà e che giocatori come Kulusevski o Isak sono già presente e futuro. Lui è lì solo per dare l’esempio e aiutarli a crescere ancora.

Zlatan Ibrahimovic confessa la sua paura: per adesso non esiste un piano B

L’idea di appendere gli scarpini ogni tanto balla ma la respinge con forza perché come ammette in conferenza stampa, non vuole avere nessun pentimento quando chiuderà. Ma al momento non esiste un piano B per il futuro quando non indosserà più una maglia e non andrà più in ritiro.

“Cosa succederà dopo non lo so, ma come ho scritto nel mio libro ho un po’ di paura. Un ruolo nel calcio? Quando arriverà quel giorno, vedremo. Potrei cominciare da quando mi fermo o prendermi una pausa, oppure sparire completamente”.ma ammette che quell’adrenalina del campo e di certe sfide, non potrà più tornare una volta che si sarà ritirato.

Fino ad oggi la sua vita è stata scandita da ritmi quotidiani sempre uguali: la sveglia, l’allenamento, il rientro a casa, il riposo. Ad un certo punto non ci sarà più nulla e quindi quell’effetto sarà particolare. Ma intanto lui sogna i Mondiali.