Var in Serie A (AnsaFoto)
A margine della riunione di Lega Calcio di Serie A si profilano clamorose novità per quanto riguarda il VAR in vista della prossima stagione
Tecnicamente si chiama Challenge, una pratica consolidata che, ormai da diversi anni, viene adottata in modo particolare nella pallavolo.
Si tratta di uno degli argomenti di discussione che in queste ultime ore riguardano anche il mondo del calcio, soprattutto a margine delle ultime polemiche che hanno caratterizzato il VAR e la sua interpretazione.
É una sorta di moviola a chiamata. Possono invocarla i tecnici, ma anche l’arbitro, se non è sicuro di quanto è accaduto. iIn caso di episodi dubbi o particolarmente controversi ogni panchina ha diritto di interrompere il gioco e di chiamare il Challenge, sia alla fine dell’azione che durante l’azione stessa. A quel punto l’arbitro deve avvicinarsi ai monitor di bordo campo e valutare che cosa sia successo, decidendo se accogliere il challenge, convalidando il punto o meno o, in qualche caso, far rigiocare la palla.
Gli sport che hanno attivato un video-review sono ormai moltissimi. Dal tennis, con il suo occhio di falco, agli sport da contatto più duri come ad esempio basket e football americano.
Ne ha parlato quest’oggi anche il presidente della Lega Calcio di Serie A Lorenzo Casini, eletto da poche settimane ai vertici dell’istituzione milanese di via Rosellini: “Il VAR è senza dubbio una garanzia. Ma come tutte le cose, deve essere tarato, migliorato. La stagione ci ha dimostrato che ci sono dei passi necessari per rendere questo strumento ancora più efficace. L’ipotesi del challenge è una di quelle sulle quali stiamo lavorando”.
La conferma da parte del presidente della Lega è importante e apre a una novità che potrebbe essere significativa, se non addirittura rivoluzionaria, nel mondo del calcio: “Si tratta di dare la possibilità ai tecnici, anche solo una volta o due per ognuno dei due tempi di gioco, di rivedere una determinata azione e consentire all’arbitro di avere un’idea più chiara di quello che è successo in realtà”.
Nella pallavolo il video challenge viene applicato due volte per ogni set. L’allenatore che lo invoca lo brucia se gli viene dato torto, lo mantiene nel caso del punto gli venga assegnato a favore o rigiocato. Nella pallavolo, per esempio, il challenge viene adottato in Italia e nelle coppe europee per definire se una palla è caduta dentro o fuori dal campo, se c’è stato un tocco a muro o se c’è stato qualche fallo di piede sulle linee di battuta o di campo.
Nel calcio il challenge riguardare non solo per questioni perimetrali, visto che per l’eventuale gol è già in attivo la goal line technology. Ma soprattutto per verificare se un’azione decisiva è viziata da fallo o meno. Soprattutto nel caso di gravi scorrettezze non viste dall’arbitro sulle quali poi potrebbe intervenire il giudice sportivo con una sentenza a gara acquisita.
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