La Chip Ganassi motorizzata Honda di Ericsson (AP LaPresse)
Con uno restart a quattro giri dalla fine dopo la quinta caution di serata, Marcus Ericsson conquista la sua prima vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis
Tanto vale partire dalla fine, dall’ultimo giro. Con Marcus Ericsson, pilota svedese alla sua quarta 500 Miglia di Indianapolis e con due sole vittorie al suo attivo, che si ritrova davanti a tutti.
Una lepre braccata che deve partire dalla pit road dopo il quinto incidente di giornata e una bandiera rossa alle spalle della pace car.
Spingendo la sua Chip Ganassi al limite e zigzagando in modo folle per impedire a O’Ward, Rosenqvist e Kanaan di prendere la sua scia, Ericsson si difende allo strenuo rimbalzando un tentativo di sorpasso di O’Ward e concretizzando quella che è la vittoria che qualsiasi pilota prima o poi vorrebbe festeggiare nella vita. Anche perché nel suo caso vale quasi 15 milioni di dollari.
Una gara che si decide negli ultimi giri quando Scott Dixon, che fino all’ultima sosta nella pit lane aveva dominato conducendo per due terzi di corsa, commette un errore micidiale. Un incredibile eccesso di velocità, forse un errato controllo del limitatore, mentre entrava in pit road. Scatta la penalizzazione e Dixon precipita venti posizioni più in basso. Dalla girandola di soste Ericsson, anche lui pilota Chip Ganassi, si porta al comando tallonato dalle McLaren di O’Ward e Ronseqvist. Quando McLaughlin esce di pista chiamando la quinta caution di giornata, mancano soli sei giri. Sembra fatta.
Ma la commissione chiama bandiera rossa. Si riparte dalla pit road per due giri lanciati nei quali Ericsson resiste strenuamente con due giri folli e imprevedibili per una vittoria meritatissima e assolutamente non pronosticata. Alle sue spalle O’Ward, Kanaan Rosenqvist, Rossi. Fuori per incidente Romain Grosjean, Rinus VeeKay – il primo a uscire – e Callum Illott. Ritiro per Colton Herta dopo un rovinoso incidente in prova che lo ha costretto a correre con la Andretti di riserva.
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