Un carattere che per anni è stato da modellare, una fede profonda e radicata, un talento evidente sin dai più teneri tocchi al pallone. Mychajlo Mudryk era destinato a diventare grande prima ancora che lui stesso potesse rendersene conto. Nato a Krasnohrad, il classe 2001 ucraino ha mostrato quasi subito doti speciali, di quelle che si riscontrano con rara frequenza. Gli inizi nel Metalist, la parentesi col Dnipro, l’approdo allo Shakhtar a 15 anni, con i minatori che avevano intravisto in lui quelle scintille di talento che oggi brillano agli occhi dell’Arsenal. Ma non è stato un percorso lineare, anzi. All’esordio in prima squadra con Paulo Fonseca nel 2018 hanno fatto seguito due esperienze in prestito, più legate all’atteggiamento che alla reale necessità di crescita.
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