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Calcio

Penalizzazione Juventus, nuova mazzata in arrivo: tutta colpa delle carte

Penalizzazione Juventus, nuova mazzata in arrivo: tutta colpa delle carte. Il processo sportivo potrebbe non essere finito con il -15

Ancors pochi giorni e sarà tutto più chiaro. O almeno, gli avvocati che difendono la Juventus avranno in mano anche la motivazione della sentenza da parte della Corte d’Appello FIGC che ha inflitto 15 punti di penalizzazione ai bianconeri.

Penalizzazione Juventus, nuova mazzata in arrivo (Sportitalia.it)

Ma quella per le plusvalenze è solo una parte dei problemi da affrontare, perché una nuova mazzata è in arrivo. Il 27 marzo infatti è in programma l’udienza preliminare per l’Inchiesta Prisma, presso il tribunale di Torino, e la Procura ha indagato anche sui bilanci come potrebbe fare presto la FIGC.

Nel mirino ci sono infatti gli accordi, o presunti tali, intercorsi tra il club e i suoi tesserati negli anni 2020 e 2021, quelli della pandemia. Sulla carta c’era l’assenso a posticipare i pagamenti di alcune mensilità, risparmiati in quel bilancio e spalmati su quelli seguenti. Cosa sia successo realmente, se quei soldi siano usciti o meno sotto banco, spetterà all’inchiesta stabilirlo.

Ma non è un dettaglio da poco, perché la somma è pari a 50 milioni di euro e potrebbe costare alla Juventus una multa fino a 150 milioni. Ci sono scritture private firmate da giocatori come Bonucci, Rabiot, Cuadrado, McKennie e Szczesny più altri che nel frattempo sono andati via come Bernardeschi e Dybala. Secondo ‘La Repubblica’ invece non avevano firmato a Cristiano Ronaldo anche Alex Sandro, Chiesa e Danilo, più Bentancur, Kulusevski e Demiral che poi sono stati ceduti.

Penalizzazione Juventus, nuova mazzata in arrivo: le parole di Dybala possono inguaiare il club

Cosa rischiano sulla carta i calciatori? Il Codice di giustizia sportiva è chiaro: “Almeno un mese di squalifica per i tesserati che pattuiscono con la società o percepiscono compensi, premi o indennità in violazione delle norme federali”.

Tra quelli che potrebbero esseer penalizzati c’è quindi anche Paulo Dybala che però con le sue parole potrebbe causare un’altra mazzata al suo ex club. Lo spiega Sportitalia Tv che ricostruisce la vicenda puntando anche sul fatto che quelle carte degli accordi dovevano necessariamente essere inviate alla Federcalcio.

Paulo Dybala ai tempi della Juventus (Sportitalia.it)

Il campione argentino ha parlato, raccontando la sua versione. “Quello che ricordo io era quello che era uscito in un comunicato stampa. Tanta gente pensava che avessimo rinunciato a quattro mesi di ingaggio. Nessuno sapeva, in quel momento, che avremmo preso tre mesi, ma pagati più avanti”.

E poi la parte più importante: “Leggendo il comunicato non è l’accordo che abbiamo raggiunto. C’è scritto che rinunciamo a quattro mesi, ma non c’è scritto che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe. Quando ci hanno chiesto di rinunciare a quattro mesi, siamo rimasti stupiti e molti di noi hanno detto no. Noi per quell’anno rinunciavamo a quattro stipendi. Tre ce li pagavano con certezza, senza condizioni. Questo è l’accordo finale”.

La Juventus organizza la sua difesa: c’è un’altra carta segreta che potrebbe risolvere tutto

Due processi, uno penale ancora da cominciare e uno sportivo già in atto, che si basano molto sulle carte. Ma ce n’è un’altra che invece potrebbe tornare a favore della Juventus e ne ha parlato nelle ultime ore il quotidiano ‘Tuttosport’.

Si parla della ‘nota 10940‘, datata 14 aprile 2021. Uno scambio di carte tra gli inquirenti federali e la Covisoc (cioé la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche) che la Procura ha inviato alla commissione di vigilanza. La Juventus ma anche altre società coinvolte nell’inchiesta plusvalenze hanno provato più volte a chiedere di visionare questo documento senza fortuna.

L’ex presidente Andrea Agnelli (Sportitalia.it)

Secondo il quotidiano infatti, la difesa bianconera lo ritiene importante al punto che potrebbe portare all’inammissibilità dell’intero processo. Quella nota avrebbe dovuto entrare nella documentazione relativa alle indagini e messa a disposizione delle parti ma così non è stato.

Federico Danesi

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