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ESCLUSIVA SI Sarcì (ex Anderlecht): “Ecco perché Lukaku non rende”

Un Lukaku mai visto, in questa stagione: la tripletta dell'attaccante contro la Svezia va in controtendenza con l'annata decisamente sottotono, sia per motivi fisici che a livello di prestazioni, che ha fin qui disputato salvo rare eccezioni. La domanda che si pongono ora i tifosi dell'Inter è soprattutto la seguente: siamo di fronte ad un punto di svolta per Big Rom, lanciato verso la miglior forma per questo finale di stagione, oppure la differenza di rendimento avuta con la maglia dei Diavoli Rossi è legata ad altri fattori? 

La redazione di SPORTITALIA lo ha chiesto in esclusiva a Massimo Sarcì, metodologo che il centravanti classe 1993 ha conosciuto ai suoi inizi all'Anderlecht. Sarcì ha ricoperto diverse posizioni all'interno del settore giovanile del club che ha lanciato Romelu: responsabile tecnico del progetto di sviluppo Golden Team Anderlecht e Collaboratore della squadra Primavera, da cui sono usciti giocatori come Dennis Praet, Youri Tielemans e Jordan Lukaku (fratello di Romelu).

Lei lo ha conosciuto personalmente: a cosa è legata questa prestazione con il Belgio?

"A volte non ci sono nemmeno motivi veri, ma è solo casualità: ti capitano i palloni giusti e tu li metti dentro, lui lo sa fare. Quello che penso io è che lui abbia delle difficoltà concettuali all'interno non tanto del modulo, ma del sistema di gioco in generale".

Ci spieghi.

"Lui si esalta quando il gioco viene accentrato su di lui. L'Inter vive di tante cose, non solo di Lukaku".

Come succedeva con Conte.

"Sì, allora sI appoggiavano su di lui, che apriva gli spazi per Lautaro e faceva salire la squadra. Oggi mi sembra uno fra tanti. Conoscendo la sua personalità, credo che sia un grande giocatore che vuole l'attenzione addosso. Al Chelsea ha avuto gli stessi problemi. Non è una critica all'Inter, ma lui vuole essere protagonista. Quando non lo è va in difficoltà".

Una questione più psicologica che tecnica, quindi?

"In tutti i posti in cui ha giocato, non ha mai avuto grandi antagonisti davanti. Quando diventa uno fra tanti, ne risente. Non perché Inzaghi lo maltratti ovviamente, ma è uno dei 4 attaccanti che ha a disposizione. Come dicevo successe anche a Londra: la prima volta venne preso come uomo mercato e gli venne data tutta al fiducia del mondo. La seconda volta investirono molto, è vero, ma era in discussione e finì nelle retrovie".

Come anche all'Inter?

"Sì, la prima volta lo volle Conte che costruì la squadra intorno a lui. Io penso che giochi anche il fatto che andando in Nazionale si liberi mentalmente. Respira un'aria diversa scrollandosi di dosso i dubbi ed avendo più responsabilità".

Questa tripletta cambierà qualcosa?

"Ora che sta bene, se viene messo sempre in campo nel giro di un mese o poco più, può tornare ad essere veramente quello che conosciamo. Se alla prima partita storta viene messo fuori, ne soffre. Lui è sempre stato un leader, un Re all'Inter. Una figura tale quando finisce nelle retrovie, paga più degli altri".

Si potrà vedere il miglior Romelu in questo finale di stagione all'Inter?

"Penso di sì. Alla base c'è l'utilizzo in campo, il minutaggio. La ripresa di un giocatore dopo un lungo infortunio, soprattutto per uno della sua stazza, può essere molto lunga. Non solo dal punto di vista fisico, perché oggi sta bene, contano tanti fattori. Sta iniziando ha ritrovare le sue giocate, anche all'Inter".

Per esempio?

"Mi sta dando un'ottima impressione al di là dei gol: vuole la palla addosso, non si nasconde mai, il modo in cui si appoggia al difensore. In questo finale di stagione può essere un'arma in più, inaspettata".

Il possibile ritorno di Conte di cui si è vociferato, potrebbe essere un fattore per la sua permanenza?

"Per il prossimo anno, se dovesse tornare Conte, non penso che rinunci a lui. Se non dovesse tornare, comunque l'Inter starà all'erta per capire a quanto lo potrebbe strappare dal Chelsea, anche in base al rendimento che avrà in queste settimane".

Nelle valutazioni che farà l'Inter a fine anno, dovrà tenere conto di queste cose di cui ha parlato, al di là dle prezzo?

"Secondo me sì, sarà fondamentale fare questo tipo di ragionamenti. Io stesso ho visto passare un ragazzo del 2007, un siciliano che oggi gioca in un club del Nord Italia e che somiglia a Romelu, fisicamente ed a livello di leadership. Anche lui nonostante il grande talento è finito nelle rotazioni nella sua squadra attuale e sta soffrendo perché gioca poco. Non è il Re della squadra, quindi soffre".

Redazione

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