Ritiro ufficiale, tifosi senza parole (Ansa Foto) - Sportitalia.it
Un altro grande campione ha deciso di dire basta e a fine stagione saluterà definitivamente il pubblico: ha scritto pagine leggendarie
Lo sport è fatto di cicli, ma non è sempre vero che quando se ne chiude uno ci sono subito ci sono gli atleti giusti per aprirne un altro. E ora che un grande campione ha deciso di dire basta, tutti scopriranno di essere più poveri.
Prendete lo sci italiano. Se per le donne è stato più facile sostituire due miti come Deborah Compagnoni e Isolde Kostner, con l’arrivo di Sofia Goggia, Federica Brignone e Marta Bassino, stiamo ancora aspettando il nuovo Tomba. Così come stiamo aspettando di vedere gli eredi dei fantastici fondisti che hanno caratterizzato gli anni ’90 fino alle Olimpiadi di Torino 2006, oppure di capire chi raccoglierà l’eredità di Vincenzo Nibali nel ciclismo.
Ma questo è un problema comune e molte nazioni, anche quelle che hanno un bacino di utenza notevole tra i giovani. Sempre parlando di ciclismo, anche la Gran Bretagna negli ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante, prima in pista e poi su strada. Merito certamente di Sir Bradley Wiggins, il primo a vincere anche un Tour de France.
Ma merito anche di Mark Cavendish che negli ultimi 15 anni ha impresso il suo marchio su moltissime delle volate importanti in giro per il mondo. Ora è al Giro d’Italia perché con il pubblico italiano ha un rapporto di affetto speciale, ma sarà anche la sua ultima volta.
Un annuncio che era atteso da qualche tempo ed è arrivato sul più bello: domenica 21 maggio Mark ha compiuto 38 anni e il giorno successivo ha convocato una conferenza stampa. Nessuna sorpresa, a fine stagione appenderà la bicicletta al chiodo e finalmente smetterà di fare fatica per dedicarsi anima e corpo alla famiglia.
Numeri alla mano ‘Cannonball‘, soprannome che si porta addosso fin da quando è passato professionista, è stato uno dei più grandi velocisti del nuovo secolo. Uno stile particolare, che molto hanno provato ad imitare ma non con lo stesso successo: quando decide di partire di rannicchia sulla bici e spinge rapporti impossibili per fare il vuoto.
Questo gli è servito per vincere ovunque e comunque. Un titolo mondiale su strada, nel 2011 a Copenhagen su un percorso disegnato perfettamente per lui, e un secondo posto a Doha 2016 battuto da Peter Sagan. Ma nche tre mondiali su pista e soprattutto record che ha demolito ovunque.
In bacheca ha ben 34 vittorie di tappa al Tour de France, primato assoluto che condivide con un mito assoluto come Eddy Merckx anche se le ha ottenuto in modo diversi. E poi successi alla Vuelta e al Giro d’Italia (un anno fa in Ungheria), ma anche nelle Classiche, come la Milano-Sanremo del 2009.
“Ho amato ogni chilometro che ho fatto e sento che adesso è il momento perfetto per dire che questo sarà il mio ultimo Giro d’Italia. Ma anche per dire che il 2023 sarà la mia ultima stagione come ciclista professionista”. Chiuderà in maglia Astana e avrà anche più tempo per stare nella sua casa italiana di Quarrata, vicino a Pistoia.
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