Jannik Sinner, spunta ancora una difesa dell'azzurro (Lapresse) Sportitalia
Ore 18.00, l’Italia si ferma. Tutti col fiato sospeso per Jannik Sinner, il ragazzo normale che fa cose straordinarie e che così ha fatto innamorare di lui tutto il Paese. La finale delle ATP Finals è già un risultato storico. Mai nessun italiano era arrivato così in alto nella madre di tutte le competizioni, nei suoi 53 anni di storia. Ma per Sinner è tutt’altro che un traguardo. Perché il precedente del girone lo dimostra: battere Djokovic non è impossibile. Certo Nole è il mostro di sempre, il più vincente della storia, per molti, numeri alla mano, il Goat. E la facilità con cui si è sbarazzato di Carlos Alcaraz ieri lo dimostra ulteriormente.
Ma la paura per Sinner non esiste. Lui, imbattuto in quello che è diventato il suo regno, Torino. Con un pubblico stupendo, caldissimo e che proverà a essere certamente un fattore. Con quel coro che da giorni risuona dagli spalti. Ole ole ole Sinner Sinner. Fino all’ultimo respiro. Sperando di cantarlo a squarciagola per tutta la notte.
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