ESCLUSIVA SI Alla scoperta delle Isole Marshall, l’unico Paese al mondo senza una Nazionale di calcio

Pensate alla bellezza di isole vulcaniche disperse nell’immensità dell’Oceano Pacifico occupato dagli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale. Le Isole Marshall sono state un luogo per 66 test nucleari americani tra il 1946 e il 1958, diventando uno Stato sovrano solo nel 1986. Entrato a far parte delle Nazioni Unite nel ’91, ha una superficie di 181,3 km quadrati e la volontà degli abitanti è quella di fare un consistente passo in avanti sul piano sportivo. Ebbene sì, c’è un solo Paese al mondo senza una nazionale di calcio: sono le Isole Marshall. C’è la ferma volontà di trasformare questo sogno in opportunità. E per approfondire le dinamiche del progetto SPORTITALIA ha contattato il manager Justin Walley: “Nel 2020 è iniziato il progetto, abbiamo lanciato gli account social media a gennaio dell’anno scorso, sono stato coinvolto dal direttore tecnico della federazione Lloyd Owers”, racconta in esclusiva ai nostri microfoni, soffermandosi nel dettaglio: “Il primo obiettivo è stato quello di creare un brand nazionale, abbiamo pensato a un piano marketing con l'ausilio di aziende europee. Così sono arrivate le prime magliette e i primi cappellini. Nel secondo step stiamo portando il calcio nelle isole e nei centri scolastici. C’è stata la creazione di un torneo internazionale di futsal (la Ratak Cup, ndr), che ha acceso la passione di tanti ragazzini. Qui per strada si gioca a basket, baseball e volley, ma il calcio latita. Non ci sono campi da calcio a undici, per allenarci usiamo i centri di basket o di atletica leggera, come quello della capitale Majuro. Pochi giorni fa sono arrivati i primi guanti da portiere professionali mai apparsi nelle Isole Marshall. E i nostri portieri hanno apprezzato la collaborazione di Anzen Gk per aver fornito il materiale”, ci spiega con orgoglio e soddisfazione.

Ci sono nazionali cuscinetto che molto spesso vengono utilizzate come sparring partner. Entrare a far parte della FIFA, allo stato attuale, rappresenta un sogno più che un obiettivo reale, ma Walley, che ha avuto esperienze nel calcio baltico, sa quali tasti toccare e non si pone limiti temporali: “Un giorno, in un futuro non troppo lontano, tutti noi coinvolti nel progetto della Federazione calcistica delle Isole Marshall speriamo che questo nuovo stadio di atletica leggera nella capitale Majuro ospiti anche la nostra prima partita di calcio della squadra nazionale”.

Il Paese spera di attirare attenzione globale sui pericoli del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare che proprio ieri sera si è reso protagonista con un’onda gigante che ha abbattuto le porte di un ristorante in una base militare USA a Roi Namur, causando attimi di panico nel locale. Progetti oltreoceano: unirsi alla famiglia del calcio mondiale con una propria selezione è il sogno di tutti. E sulle isole, statene certi, continueranno a lavorare per realizzarlo.