Editoriale Calcio

Milan, la voce del padrone e le rivoluzioni in vista. Conferme sullo scenario Theo-Bayern. Inter, non si lascia prima del jackpot

La voce del padrone. Come spesso accade in situazioni di empasse, che solitamente coincidono con l’assenza di risultati sul campo, serve spazzare via tanto i dubbi quanto le ombre. L’unico interprete in grado di poterlo fare nel Milan di oggi è chi ne detiene la proprietà e ne detta la linea presente e futura, ovvero Gerry Cardinale.
La recente intervista rilasciata al Financial Times ha dato speranza ai tifosi rossoneri molto più di quanto non avrebbe potuto fare un risultato positivo in campionato o un passaggio del turno in Europa League, competizione che per pedigree e Dna i sostenitori del Diavolo faticano a vivere con il trasporto che pure meriterebbe.
Cardinale ha parlato di cambiamenti, di evoluzioni per meglio dire, atte a segnare una linea di discontinuità rispetto al presente e di conseguenza rincorrere un domani che possa essere migliore di una stagione nata con grandi investimenti ed aspettative, e terminata prima del nuovo anno per quanto riguarda la rincorsa ai grandi obiettivi stagionali.

 

(LaPresse) – sportitalia.it


Parole criptiche e che non individuano, come era ovvio e normale che fosse, alcun responsabile da dare in pasto al malcontento alla stregua di capro espiatorio; ma che allo stesso tempo lasciano intendere che la pazienza di chi non gioca per partecipare e per rincorrere un piazzamento sia giunta agli sgoccioli.
L’intervista rafforza in maniera inequivocabile la posizione di Zlatan Ibrahimovic, chiarendo per chi avesse avuto ancora qualche parvenza di dubbio, l’importanza angolare del ruolo ricoperto dallo svedese. Chi ipotizzava una veste da “tutor” dell’allenatore senza ruoli operativi si sarà reso conto di aver preso una grossa cantonata. L’ex fuoriclasse avrà peso decisionale, e ne avrà parecchio, e l’incidenza delle sue scelte avrà riverberi anche relativamente alle scelte di campo come quella legata alla permanenza o meno dell’allenatore e del suo eventuale sostituto.

THEO-BAYERN, SCENARIO CONFERMATO
Inutile fare nomi e disegnare per l’ennesima volta scenari triti e ritriti, che potranno decollare o rimanere all’hangar a seconda di decisioni che non verranno prese o comunque rese note con i tre mesi finali della stagione ancora da giocarsi e con qualche obiettivo da rincorrere. Per quanto riguarda il campo, invece, vale la pena ricordare viste le conferme piovute nell’ultima settimana, lo scenario legato a Theo Hernandez che abbiamo anticipato su queste stesse colonne: con l’addio di Alphonso Davies il Bayern Monaco proverà l’assalto al fuoriclasse del Milan. Ai rossoneri il compito di rispondere con un rinnovo adeguato e che concretizzi la volontà congiunta di proseguire insieme il percorso di crescita dell’una e dell’altra parte.

 

Steven Zhang – Sportitalia.it (Foto LaPresse)

 

ZHANG, IL TAVOLO NON SI LASCIA
Sull’altra sponda del Naviglio i discorsi sono diversi, e la via maestra è tracciata non solo dal punto di vista delle strategie sul rettangolo verde, ma anche per quanto riguarda il tentativo di risanamento economico. Le lodi sperticate a dirigenza e allenatore per la programmazione e visione non fanno più effetto, era diverso leggere fiducia un anno fa di questi tempi, quando gran parte dell’opinione pubblica avrebbe gradito un repulisti che andasse a coinvolgere tutti i profili che oggi vanno per la maggiore. Come abbiamo spiegato di recente, anche la spada di Damocle della restituzione del prestito da parte di Zhang preoccupa molto meno di quanto sembrava poter fare qualche mese fa. La via intrapresa è virtuosa, ed i ricavi stanno beneficiando dei risultati con una correlazione che induce all’ottimismo. Se anche la questione main sponsor dovesse essere risolta per il prossimo quinquennio con incassi paragonabili a quelli delle squadre al top del calcio continentale come sembra, ecco che l’ipotesi che Steven Zhang possa abbandonare il tavolo, seppur da vincitore, poco prima del jackpot sembra davvero molto poco realistica.

Gianluigi Longari

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