Francesco Acerbi, difensore dell’Inter, ha parlato a Il Corriere della Sera dopo il caso con Juan Jesus. Le sue parole.
Dopo più di dieci giorni nella bufera e dopo l’assoluzione dalle accuse di razzismo, come si sente?
“Sono triste e dispiaciuto, abbiamo perso tutti. Quando sono stato assolto ho visto le persone attorno a me reagire come se fossi uscito dalla galera: sono state giornate molto pesanti”.
Perché parla solo oggi?
“Avevo fiducia nella giustizia e non volevo rischiare di alimentare un altro polverone. Adesso che c’è una sentenza, vorrei dire la mia, senza avere nulla contro Juan Jesus, sono anche molto dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto”.
La sentenza non è stata una liberazione?
“Sì, ma nella liberazione sono comunque triste per tutta la situazione che si è creata, per come era finita in campo, per come ci hanno marciato sopra tutti senza sapere la verità. Anche dopo l’assoluzione ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno”.
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