A distanza di parecchi anni da quei campionati del mondo, l’ex pilota di Formula 1 torna a parlarne: “Era simile alla Red Bull di oggi”
La Formula 1 vive da diversi anni un dominio totale targato Red Bull, la cui Scuderia ha in un certo senso sostituito la Mercedes che, prima dell’esplosione di Max Verstappen, aveva dominato gli anni a cavallo tra il 2014 e il 2020. Ora quel dominio delle frecce d’argento si è concluso da un pezzo, mentre quello targato Milton-Keynes perdura da tempo e sembra non avere ostacoli di fronte a se.
O almeno queste sono le sensazioni, sia di molti attuali piloti che di altri che hanno vissuto da vicino un altro dominio, quello firmato Michael Schumacher, quindi parliamo degli anni in cui la Ferrari non aveva rivali grazie a una monoposto innovativa e che sfrecciava alla velocità della luce. A ricordare quegli anni, in una recente intervista al podcast ‘Beyond the Grid’, ci ha pensato il colombiano Juan Pablo Montoya che contro il sette volte campione tedesco ha avuto una rivalità abbastanza avvincente.
Schumacher dominava in ogni dove e chi lo paragona al Verstappen odierno alla fine non si sbaglia di molto. Di certo, uno come Montoya in quegli anni godeva di monoposto in Williams e in McLaren di assoluto valore, tanto che, in certi frangenti (alla pari di Fernando Alonso, vincitore non a caso dei mondiali 2005 e 2006), fu uno dei pochi a mettere in difficoltà il campione tedesco. Montoya ha ricordato quegli anni in una intervista al podcast Beyond the Grid in cui ha sottolineato il valore di quelle sfide che aveva con Michael.
“Trovavo fastidioso che nessun pilota lo sfidasse sul serio, non penso di essere mai stato duro con lui“, ha detto Montoya. “Quando gli altri lo guardavano sembravano si dicessero: ‘Oh arriva Michael, non facciamo ca***te’. In questo modo si scansavano e questo mi faceva arrabbiare“.
Nel suo intervento l’ex corridore colombiano sottolinea anche un aspetto che molto spesso passa in secondo piano, vale a dire la rivalità tra i piloti che oggi sembra meno rilevante rispetto ai primi anni 2000. “Ora, grazie ai social network, i compagni di squadra sembrano tutti amici. Ai miei tempi non era così, c’era un ambiente ostile, non si parlava con altri piloti“. Poi aggiunge: “Al massimo frequentavo, Alonso, Barrichello e Massa“.
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