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Editoriale Calcio

Thiago Motta e le inutili acrobazie. Leao spenga i social. Il giro dei ds: Sogliano top

Thiago Motta è il rampante al potere che provoca effetti collaterali nei riguardi di chi non accetta una situazione del genere. Le fake news – inutili acrobazie – si susseguono senza soluzione di continuità: un giorno è del Porto, il giorno dopo vuole restare a Bologna, quello successivo ha deciso di andare al Paris Saint-Germain e avanti così perché la fantasia non ha limiti. Esattamente come dalla sera alla mattina si decidono cose così delicate. Esattamente come dalla sera alla mattina il Milan scende in campo e soffia alla Juve l’allenatore che la Juve ha scelto dallo scorso gennaio. Ci avviciniamo alla fine della giostra, qualcuno scenderà con l’emicrania e forse ci saranno effetti collaterali, in quel caso sì. Qualcuno che parla a nome della redazione e che, se le cose dovessero andare in un determinato modo, farebbe danni non solo a se stesso ma anche alla redazione stessa. Padronissimo. Nella vita qualsiasi cosa è una scelta, gli errori sono dietro l’angolo, ma cambiare versione mille volte non ha senso. La versione è una, ricordiamola perché è una storia che si è consolidata lo scorso gennaio: la Juve aveva deciso di interrompere il rapporto con Allegri a prescindere dall’esito di questa stagione, individuando in Thiago la pedina ideale per dare un senso alla prossima-imminente svolta. L’esigenza di un’idea di calcio nuova, fresca, moderna e rivoluzionaria. Tenete bene a memoria gli arrampicatori dell’ultim’ora: presto arriverà il momento di tirare le somme in modo definitivo. E magari di dare notizie corrette ai lettori, almeno sugli agenti degli allenatori (Sarri ha lasciato Ramadani da una vita).

Rafa Leao talvolta parla più sui social che in campo. Allergico alle critiche, non riesce a contare fino a 100 per arrivare alla conclusione che spesso bisognerebbe restare in silenzio piuttosto che togliere qualche sassolino dalla scarpa. L’idea resta sempre la stessa: Leao è un buon interprete del ruolo, ma da qui a definirlo un fuoriclasse ci sono un migliaio di chilometri di distanza. Con buona pace di chi lo esalta a prescindere e si scandalizza se qualcuno non la pensa allo stesso modo. Da questa stagione che sta per andare in archivio sarebbe stato giusto ricavare un profitto migliore, soprattutto in termini di gol. Leao ha un difetto mica da ridere: gioca una partita sontuosa e buca – quando va bene – le due successive, non il massimo della continuità. Furlani si precipita a confermarlo e avrà le sue ragioni, ansioso quando gli fanno domande sul futuro dell’attaccante. Nella speranza che tutto il Milan impegnato sul mercato sia compatto e abbia la stessa idea, dopo la vicenda Lopetegui qualche dubbio resta. Ma bisognerebbe andare oltre con una domanda: siamo convinti che questo Leao sia indispensabile per le innegabili ambizioni rossonere? E questa domanda ne chiama un’altra: siamo sicuri che un’offerta in tripla cifra debba essere rifiutata dalla proprietà senza un’approfondita riflessione? Non siamo persuasi in entrambi i casi e il bicchiere non lo vediamo tre quarti pieno, forse neanche mezzo. Quella che sta per chiudersi era stata individuata come la stagione della definitiva consacrazione di Rafa, invece – al netto di qualche bellissimo lampo – non è andata così. Oggi Leao si preoccupa più di rispondere a chi lo fischia piuttosto che di migliorare il rendimento. Contrariamente a chi – con maggiore saggezza – evita di sfidare il tifoso oppure il critico di turno. Ecco perché il Milan dovrebbe spendere 10 minuti di meditazione sul presente o sul futuro del presunto intoccabile portoghese. E contemporaneamente Leao farebbe bene a spegnere i social.

Il giro dei direttori sportivi vivrà qualche momento significativo, ma la sorpresa già svelata è stata quella di Manna al Napoli. Può cambiare aria Accardi, sondato prima dal Genoa e poi dalla Samp, ma le cose saranno più chiare dopo la rincorsa salvezza dell’Empoli. Conferma per Vagnati a Torino malgrado un ciclo con poche soddisfazioni e molti errori. Ma una spiegazione c’è: se il Torino non centra una qualificazione europea e si accontenta di vivere nella mediocrità spacciando una presenza nella parte sinistra come un ottimo risultato, ci sta che si provveda al rinnovo dell’uomo mercato. Il trionfatore della stagione, di sicuro tra i primi tre, sarà di sicuro Sean Sogliano, lui dietro la scrivania e Baroni in panchina. Il Verona a gennaio aveva ceduto chiunque, per la grande maggioranza sarebbe stato quasi impossibile evitare la retrocessione in Serie B. La salvezza dell’Hellas non è stata certificata, ma può concretizzarsi: sarebbe come la conquista di una Champions.

Alfredo Pedullà

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