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Jannik Sinner sul tetto del mondo, lì dove ha trascinato tutti noi

di Filippo Gherardi

Mentre Jannik Sinner giocava, e vinceva, il suo quarto di finale al Roland Garros contro Grigor Dmitrov, Novak Djokovic annunciava il suo ritiro dallo Slam parigino e al tempo stesso lasciava proprio a Jannik, e a partire dal 10 giugno, lo scettro di numero 1 del tennis mondiale.

Jannik Sinner (Lapresse) Sportitalia

Lo aspettavamo, avevamo imparato a conviverci dopo un’eternità tennistica trascorsa ad osservare principalmente (salvo poche eccezioni) le imprese altrui. Tuttavia, in queste prime ore la sensazione che sia un italiano il più forte tra tutti coloro che impugnano, quotidianamente, una racchetta non riesce, ancora, a darci la giusta dimensione dell’impresa.

Sinner è salito sul tetto del Mondo oggi, ma in realtà è da mesi che lo sta facendo. Da quando lo scorso 26 novembre trascinò la squadra italiana alla conquista della seconda Coppa Davis della sua storia, perfezionando la sua ascesa il 28 gennaio, a Melbourne, vincendo l’Australian Open e restituendo al nostro tricolore un posto nell’albo d’oro dei tornei del Grande Slam.

Un percorso giusto, equilibrato e con pochi, davvero pochissimi, passaggi a vuoto. L’elegante perfezione agonistica di un ragazzo di talento, certo, ma anche pulito, lucido ed educato come in tanti auspicavamo potesse essere il nostro campione ideale.

Siamo solo all’inizio? Forse sì, perché in questo caldo martedì di inizio giugno il pensiero di Jannik sarà soprattutto, ma non esclusivamente, alla semifinale del Roland Garros da giocare e se possibile vincere il prossimo venerdì contro uno tra Tsitsipas e Alcaraz. La sua innata determinazione continuerà a fare la differenza tanto quanto il tempo ci racconterà qualcosa in più, convinti di avere tra le mani un diamante talmente puro da garantire una brillantezza assoluta.

Sinner è salito sul tetto del Mondo, un passo alla volta, e con la serena convinzione dei propri mezzi ci ha trascinati insieme a lui lungo un percorso meravigliosamente inaspettato. Consapevoli del fatto che aggrappati sulle spalle giuste non sarà più un problema soffrire di vertigini.

Filippo Gherardi

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