Editoriale Calcio

Lucio dove sei? Non puoi lasciare fuori il più forte!

Lucio, dove sei? O meglio Lucio, dove stai andando? Lui mi risponderebbe: “intanto agli ottavi”. Si ma come? Perché non c’è nulla del vero Spalletti in questa Italia. Mentre l’isterismo in conferenza stampa palesato dopo la domanda sul modulo ci ha ricordato pericolosamente l’antico Spalletti, quello su di giri e appunto nervoso. La Nazionale logora chi ce l’ha, non c’è dubbio. Fare il ct è un mestiere diverso anche per la pressione da gestire. Ecco l’ex allenatore del Napoli che a Napoli ha fatto un miracolo deve imparare a gestirla. Che tradotto vuol dire non entrare in confusione tattica e tecnica e provare ad accettare domande lecite. La gestione post flop contro la Spagna ha lasciato parecchio a desiderare, così come le parole e soprattutto le scelte. Quando sei Ct devi provare a dimenticare quello che sei stato da allenatore di club. Tenere dentro Di Lorenzo perché “tuo figlio” è sbagliato a prescindere, perché non fai bene a lui e nemmeno al gruppo, soprattutto a chi magari meriterebbe di giocare al suo posto. E Di Lorenzo, reduce da una stagione maledetta e da una situazione di mercato pesante, non è tranquillo. Un Ct è pagato per fare delle scelte e cambiare modulo ci mancherebbe, ma questa Italia sembra nata per giocare con il 4-3-3 perché non è l’Inter nonostante ci sia il blocco Inter. E se qualcuno non è in perfette condizioni fisiche è inutile farlo giocare anche se arriva dalla squadra campione d’Italia. Ma soprattutto, uno come Spalletti che si è sempre esaltato con il 4-3-3 o 4-2-3-1 e con giocatori con determinate caratteristiche, come fa a lasciare fuori il più forte giocatore italiano? Uno come Chiesa, a destra o a sinistra, deve giocare sempre. Così come devi provare ad alternare gli altri esterni. Non è un caso che il gol della provvidenza sia arrivato da Zaccagni. E poi il numero 10. Non è un numero come un altro. Hai scelto di darlo a Pellegrini, ma qual è esattamente il ruolo di Pellegrini in questa Italia? Perché non si è capito proprio. Soprattutto non si è capita la sostituzione dopo un primo tempo in cui era stato il migliore. Cristante nel giro di nemmeno 24 ore è passato da titolare a panchinaro senza aver visto il campo. La confusione è totale e non ha nulla a che vedere con i principi del vero calcio spallettiano. E’ vero non abbiamo il talento di tante delle nostre rivali, ma possiamo fare molto di più. Adesso paradossalmente viene il bello. Una volta superata la grande paura possiamo solo migliorare. La Svizzera è una bella squadra ma non è più forte dell’Italia. Di solito quando ci salviamo in extremis nei gironi poi voliamo, a patto di non sbagliare più, capito Lucio?

Valentina Ballarini

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