“È un giocatore importante per la squadra, ma l’ho detto anche nella prima conferenza che ho fatto: il grande talento ha sempre bisogno della squadra”: le parole che Thiago Motta ha riservato a Dusan Vlahovic devono aver fatto non poco piacere al serbo. Anni di alti e bassi quelli che ha vissuto in bianconero, con la costante di essere sempre al centro di discussioni che dividono stampa e tifosi.
La “promessa” di Motta.
Insomma, quella di Thiago Motta sembra una sorta di promessa al giocatore, oltre che un modo per proteggerlo dalle eccessive responsabilità. Come a dire: non ti preoccupare che stavolta ti faccio sostenere dall’atteggiamento della squadra. Motta sa che un attaccante non può certo pensare di segnare e decidere da solo le partite e la Juve dovrà avere una vocazione al gioco che aiuti il bomber a rendere.
Pressione? Non esiste.
“Non esiste pressione, ma solo una bella responsabilità. Il lavoro di Dusan, come quello di tutti gli altri, non si può fermare solo a vedere i gol. Ci sono tante cose nel calcio da fare, lui lo sa molto bene e lui lo sa fare”: musica per le orecchie di Vlahovic, che ora ha il compito di dimostrare a tutti di essere ancora quello di Firenze.
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