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Sorprendente Premier, mercato fin qui a rilento: pirotecnico agosto all’orizzonte?

Saranno stati gli Europei o le regole sempre più ferree e stringenti del PSR Rules, fatto sta che sorprendentemente quest’anno, e siamo già ad inizio agosto, in Premier meno trasferimenti clamorosi ma soprattutto meno movimenti del previsto. Mercato a rilento in Premier. Quantomeno nei primi due mesi su tre di mercato estivi. Fatto sta che fuorché il Manchester United, tra Zirkzee e Yoro in attesa di De Ligt o Branthwaite, fuorché Villa e Chelsea che entro il 30 giugno avevano necessariamente bisogno di sistemare bilancio, fin qui anche in Premier League ben pochi trasferimenti. E sorprendente, eccome. A livello di circolazione di sterline, tra i mercati britannici meno ricchi degli ultimi 20 anni, quando la Prem esplose e divenne col passare delle stagioni via via sempre più “l’NBA del Football” europeo a detta di tanti addetti ai lavori, senz’altro tra i prodotti televisivi più esportati.

SOLO LONDRA

Soltanto nell’ultima settimana qualcosa s’è acceso. Soprattutto a Londra. Ma sempre con un comun denominatore: mercato a rilento in Premier. Tante operazioni in entrata, anche in Inghilterra, sono dipese da quante in uscita. Il caso del Fulham, che dopo aver incassato i soldi di Palhinha che con un anno di ritardo ha sposato il Bayern, ha riabbracciato Sessegnon e investito su Cuenca e Smith-Rowe, storico prodotto di casa Gunners ormai fuori dai piani di Mikel Arteta. Ed ecco che, per naturale reazione a catena, causa ed effetto che argomenta premesse d’inizio paragrafo, quell’Arsenal che aveva messo in cantiere le cessioni del suo ormai ex numero dieci e di Nuno Tavares stesso passato alla Lazio, ha potuto chiudere il colpo Calafiori. Stesso contesto londinese anche a Brentford dove, in attesa di decretare il futuro di Ivan Toney col contratto in scadenza 2025, l’ingresso di Igor Thiago dal Brugge è arrivato grazie alla cifra incassata dal riscatto di Raya, portiere Gunners. Il West Ham, tra Summerville, Fullkrug e Kilman, unica eccezione. Immobile fin qui il nuovo Liverpool di Slot, così come sostanzialmente il Tottenham di Postecoglou se escludiamo gli investimenti sugli Under del futuro, da Gray fino a Bergvall. 

CAUSE, ARGOMENTAZIONI, EFFETTI

Dunque, quantomeno fino ai primi d’agosto, ad una sola settimana dal Charity Shield ed a sole due dall’inizio della prossima Premier pronta a scrivere il suo libro 24/25, uno dei mercati britannici fin qui meno meno pirotecnici, per usare un eufemismo, degli ultimi decenni.  Mercato a rilento in Premier. Ma quali, analizzando giornalisticamente, possano esser state le cause? Che l’Europeo del 2024, faro di destinazione di sogni e pensieri naturali del popolo britannico, possano esser stati un freno, può esser considerata una causa concreta. L’Inghilterra ha ricatturato, ormai da anni, e questa è uno dei pochi straordinari aspetti che si deve a Southgate. L’attenzione d’ogni singolo tifoso inglese di squadre di Prem verteva solo sulla Nazionale dei Tre Leoni. Lo sapevano anche proprietà e dirigenze, inevitabilmente. Un discorso, col sogno britannico coltivato in Germania, durato a fino alla prima metà di giugno. Ma il tema predominante chiaramente non può esser questo. Restano le ferree regole, quelle del PSR Rules. Le regole tetto imposto dalla FA di Profitto e Sostenibilità economica alle proprie venti regine del puzzle Premier. Ne sa qualcosa il Forest, lo stesso Everton, scorso anno sanzionate e penalizzate, a livello di punti. Spera di non averne a che fare il Leicester, così come il Chelsea, finito nelle mire per i trasferimenti del biennio americano.

AGOSTO PIROTECNICO?

E soprattutto, perché tutto il mondo è paese, anche in quella che per introiti e spettacolo molti addetti ai lavori definiscono legittimamente “NBA del Football”, tanti direttori e tanti club osservano i propri diretti concorrenti: al primo che compie mossa, va risposto. Se molti stanno fermi, in questo caso, si resta fermi. E così, anche sorprendentemente in Premier, evidentemente è stato. E adesso? L’ultima settimana spiega che, accesa una piccola scintilla, altre concorrenti hanno risposto con altre piccole scintille. Insomma, il fuoco c’è sempre. Sorprendente una Premier sostanzialmente immobile rispetto all’ultimo ventennio ma, proprio perché parliamo di Prem, è impensabile pensare che il mercato britannico possa finire come iniziato. Ecco che, proprio perché con ogni probabilità ai primi colpi grossi, potenti e veri ne risponderanno altri, resta impensabile immaginare di poter finire così. Aspettiamoci, come stavolta questa sì, tradizione vuole, un finale di mercato britannico coi botti. Pirotecnici, altroché.

Simone Dell'Uomo

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