Calcio

Milan, Morata si presenta: “Non prometto titoli, ma correrò come un cane”

Giornata di conferenza stampa di presentazione per Alvaro Morata, nuovo centravanti del Milan. Di seguito le parole dell’attaccante spagnolo.

Quali sono le sensazioni?
“Grazie a tutti quelli che mi hanno portato qua. Avevo diverse possibilità di tornare in Italia in questi anni ma appena ho parlato con Zlatan e l’allenatore non c’era da pensare. Nessuna squadra mi ha voluto così tanto. Sembrava che ero già del Milan durante gli Europei. Ho bisogno di fiducia e di stare a pelle. Non ho problemi se qualcuno un giorno arriva e mi dice: “Stai facendo cagare”. Mister, società e Ibra mi hanno dimostrato che credono in me. Difficile trovare una società con questa organizzazione e non vedo l’ora di scendere in campo. Non posso promettere titoli ma correrò come un cane per pressare e aiuterò i miei compagni: un leader spinge i compagni verso il suo massimo”.

In passato c’era stata l’idea del Milan? Chi ti ispira del Milan?
“Ibra è uno dei miei più grandi idoli, sempre tramite gli amici gli chiedevo tutto. Mi fa sognare stare accanto a lui. Ho sentito Kakà, ho parlato con Sheva, Pato e David Beckham: mi ha detto che si vede che c’è qualcosa di diverso nel Milan. Nella storia del calcio una grande parte è stata scritta qua”.

Miglior Morata della carriera? “Senza dubbio. Non è il mio carattere normalmente ma sono molto contento e felice, anche al Milan lo vedranno che è stato un buon acquisto prendere Morata”

Che campionato ritrovi? “Campionato che è cresciuto molto, ogni anno è più bello da vedere. Dieci anni fa era molto diverso, più tattico e meno gol. Adesso ogni squadra è preparata bene e allenata bene. Inter eliminato in Champions? Una bella soddisfazione”.

Morata sulla Juventus:
“Sono grato e li ringrazio per quello che hanno fatto per me. Gli amici sono amici ma per andare a cena, ci si saluta dopo le partite: a volte no perché sei incazzato perché hai perso. Ora sono un giocatore del Milan. Adesso è un’altra avventura”.

Sulle somiglianze fra Milan e Spagna:
“Ci sono giocatori molto simili. Ce ne sono alcuni che possono diventare tra i migliori del mondo, se non già lo sono. L’allenatore è molto simile all’idea di gioco. Importante per me è inserirmi bene nel gruppo e i compagni capiranno chi sono. Non voglio gol e protagonismo, voglio vincere”.

Il rapporto con Theo Hernandez:
“Con Theo ho avuto sempre un rapporto bellissimo: persona divertente, aperta. Sono stato in vacanza con lui, due o tre giorni. Spero che abbia messo benzina per il motorino perché è fondamentale per questa squadra. Anche lui può fare l’ultimo salto di qualità. Ha caratteristiche e potenzialità per essere il migliore terzino del mondo e cercherò di ricordarglielo ogni mattina”.

Su Paulo Fonseca e sul suo ex allenatore Massimiliano Allegri:
“Con il mister ho parlato diverse volte, anche a lungo. Non servivano tante info in più per prendere la decisione. La sua idea è molto simile a quella che piace a me e in cui so che posso dare il meglio. Con Max non ho parlato, quando lo vedrò sarà divertente perché mi ha sempre aiutato tanto”.

Il ritorno contro la Juventus:
“Questa è parte del calcio: se vai a un teatro e non è bello quello che vedi… I fischi vanno bene quando te li meriti, gli insulti delle squadre avversarie sono normali. Mai mi è capitato di andare in un posto in Italia e di avere una mancanza di rispetto quando ero con la famiglia”.

Il Milan e le emozioni che può portargli:
“Se sono qua, sono sincero, è per questo. E’ un’emozione che ti chiami il Milan, che ti chiami Ibrahimovic. Potevo andare a prendere soldi o rilassarmi. Sono nel posto perfetto, all’età perfetta per fare 5 o 6 anni per far bene e per vincere”.

La 7 e l’eredità di Giroud:
“Al peso non ci devo pensare. Da quando metti il piede a Milanello… Olivier è stato compagno al Chelsea e ho avuto modo di imparare da lui e condividere con lui delle cose. Quando è stato quasi tutto fatto, Ibra mi ha mandato un video e avevo la pelle d’oca con tutti i gol dei migliori giocatori, molti dei quali hanno giocato nel Milan”.

Sulla sua esperienza:
“Devo avere voglia di vincere e sapere come si fa. Gli ultimi Europei ci dicevano che eravamo giovanissimi e che era impossibile: alla fine bisogna crederci e lavorare duro. Con tutto questo si può arrivare ovunque. Per questo non vedo l’ora di inserirmi nel gruppo e ricordare a ognuno quanto vale, ogni mattina. Mi piace vedere gli altri che lavorano, che sognano, felici”.

Sulle sue preferenze di gioco:
“Sicuramente una squadra che vada convinta con le sue idee. Penso che con la qualità che c’è in questa squadra, dobbiamo togliere l’aria alle altre squadre: se pressiamo con dieci giocatori, penso che sarà molto difficile per gli altri. Quando pressi tanto, è molto difficile giocare per gli altri. Senza palla bisogna mettere il vestito da lavoratore”.

Morata è il giocatore che ogni allenatore vorrebbe allenare?
“Non sono una persona egoista: porto sempre una dinamica positiva. Gioco attaccante centrale e quando mi cambiano per un giocatore sono il primo ad abbracciarlo. Mi piace vincere e godersi i momenti con i compagni che vedo tutti i giorni: si crea una famiglia”.

Su Francesco Camarda:
“L’ho incontrato oggi. Ho guardato partite sue: ha fatto molti più gol rispetto a quando ero io nelle giovanili del Real. Voglio solo aiutarlo, farlo crescere: sarà il futuro, o forse il presente, nel calcio non si sa mai. Magari faccio panchina per lui. Voglio solo aiutare i ragazzi: sono uno che scherza con i giovani ma anche che si arrabbia se non fanno le cose bene”.

Niccolo Anfosso

Giornalista pubblicista nato nel 2000. Laureato con il massimo dei voti in Scienze della comunicazione. Cresciuto a pane, sport e libri. Alla continua ricerca della perfezione.

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