Basket

Sparatoria in casa, un morto: depressione e droga, crollo totale a 31 anni

Sparatoria mortale in casa: l’abuso di farmaci e la depressione, crollo verticale a soli 31 anni. Ecco tutti i particolari

Spesso le star dello sport hanno passato difficile alle spalle: povertà, abbandono da parte dei genitori e, talvolta, anche guai con la legge. Il successo, la fama e la ricchezza, però, non sempre sono sufficienti a gettarsi alle spalle quel triste passato che non di rado torna a bussare alle loro porte.

Retroscena raccapricciante quello rivelato dall’atleta (Foto LaPresse) – Sportitalia.it

Una sparatoria in casa con il drammatico bilancio di un morto, l’abuso di droghe e la depressione: sembrano gli ingredienti di un episodio della serie cult ‘Gomorra’ invece è il resoconto del calvario  vissuto dal numero 6 del Draft 2015 dell’Nba che ora, dopo aver indossato le canotte dei Sacramento Warriors, dei Golden State Warriors, dei Dallas Mavericks e dei Philadelphia Sixers, è fuori dalla più prestigiosa lega professionistica di basket.

Il 31enne Willie Cauley-Stein, centro di 2.13 m. che la scorsa stagione ha giocato nell’Openjobmetis Varese dopo aver militato nei Rio Grande Valley Vipers, nella Nba G League, in un’intervista al “New York Times”, ha rivelato, tra l’altro, i suoi problemi di dipendenza dal fentanyl, un potente antidolorifico.

Cauley-Stein, il declino è iniziato con una sparatoria mortale a casa sua

Come raccontato dallo stesso ex pivot di Varese, la sua discesa agli inferi è iniziata con un tragico fatto di cronaca: Il 23 agosto del 2019 tre suoi amici furono feriti a colpi di arma da fuoco nella sua abitazione di Sacramento e uno di loro morì.

Quello ha dato inizio a una spirale discendente per la mia salute mentale. Cercare di affrontare la cosa, giocare allo stesso tempo e la gravidanza di mia moglie erano troppe cose e grandi cambiamenti, e ho preso antidolorifici cercando di scappare dalla realtà“, ricorda Willie Cauley-Stein che è entrato nel tunnel della depressione dopo che sua nonna si era gravemente ammalata. Di conseguenza, il suo abuso di farmaci aumentò: “Prendevo così tante pillole che dormivo tutto il tempo… o quando ero sveglio, non ero davvero lì“.

Willie Cauley-Stein, la rinascita dopo aver toccato il fondo (Instagram)-Sportitalia.it

Sua nonna muore il 1° dicembre del 2021, sei giorni dopo l’ex Varese entra in una clinica di riabilitazione per disintossicarsi dai farmaci ma nel gennaio 2022 viene licenziato dai Dallas Mavericks: “La squadra si rese conto che non avevo energia né amore né personalità, niente. I farmaci mi hanno portato via tutto“. Tuttavia, dopo aver toccato il fondo, Cauley-Stein poco alla volta sta riprendendo il controllo della sua vita tanto da essere tornato sul parquet per prendere parte, quest’estate, nelle file de “La Familia” al “The Basketball Tournament”, un torneo in cui giocatori con un passato prestigioso nella NCAA si contendono un premio da 1 milione di dollari.

“Quando mi hanno chiesto di giocare in questo torneo, era troppo perfetto. Stavo rivivendo quei vecchi tempi. Mi hanno inondato di tutto questo amore di cui avevo bisogno e ho giocato il miglior basket come non facevo da anni. È stato grandioso“, ha confessato Willie Cauley-Stein. Insomma, dopo la tempesta, anche quella più devastante, arriva sempre la quiete.

Luigi Pasquariello

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