Calcio

Nazionale, dal mea culpa di Spalletti all’indicazione chiara sul sistema di gioco: “3-5-2 o 3-4-2-1”

Fra le tante contestazioni che sono state mosse al tecnico della Nazionale Italiana, Luciano Spalletti, nel corso dell’ultimo Europeo, c’è sicuramente l’aspetto tattico: diversi giocatori schierati in posizioni non abituali o ineriti in sistemi di gioco non fissi.  Nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri, lo stesso Spalletti ha dato indicazioni molto chiare in merito: “Nelle riflessioni c’è anche la tattica della squadra. Nelle richieste un po’ troppo esigenti c’era anche quella di difendere a quattro e costruire a tre, di cambiare vestito durante la partita e probabilmente quello è stato un errore. Ora questo dubbio voglio toglierlo: giocheremo sempre 3-5-2 o 3-4-2-1. Ora se fate il giochino dei doppi ruoli diventa facile partendo dal 3-5-2 o dal 3-5-1-1 o dal 3-4-2-1. In avanti si è un po’ più liberi di interpretare le qualità che si hanno, ma il sistema è quello. Ho riflettuto, probabilmente devo fare in maniera diversa e questa è una delle cose che cambierò”.

Spalletti ha anche fatto un ampio mea culpa in merito al torneo giocato in Germania: “Ho trascorso una brutta estate, bruttissima. Il discorso andava sempre lì. Quando si parla di fallimento Europeo bisogna fare un’analisi un po’ più corretta perché secondo me è riferita a quella gara lì, con la Svizzera, che è stata bruttissima. Contro la Spagna anche abbiamo fatto male, siamo stati messi sotto, poi però la vittoria netta della Spagna ridimensiona un po’ la brutta partita contro di loro. La partita contro la Svizzera, invece, è stata bruttissima soprattutto come atteggiamento, siamo stati arrendevoli. Non abbiamo onorato la nostra forza e la nostra storia: mi sento responsabile di ciò che è successo. Tutto ciò che mi succede intorno dipende sempre da me al 100%, ora do un 1% anche ai miei collaboratori ma i giocatori sono esentati da questa responsabilità. Probabilmente gli ho messo troppa pressione addosso e non gli ho dato la possibilità di gustarsi la maglia dell’Italia”.

Daniele Najjar

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