Schumacher, Todt svela tutto: parole drammatiche (Screen Youtube Better Lottomatica) - Sportitalia.it
Todt non è rimasto in silenzio, ma anzi ha rivelato parole nette: protagonista del discorso è stato Schumacher. Ecco i dettagli.
Michael Schumacher in Formula 1 e con la Ferrari ha fatto la storia. Il pilota è stato in tantissime occasioni capace di dar vita a vere e proprie magie; a un’atmosfera che difficilmente è stata vissuta nuovamente dopo il suo ritiro. Per questo motivo tante speranze sono riposte, in questo 2025, su Lewis Hamilton e Charles Leclerc. Nel frattempo, poi, sono arrivate anche parole forti e il riferimento è andato al più volte campione col Cavallino Rampante.
Il silenzio e la riservatezza della famiglia continua a proteggere Michael Schumacher dal mondo esterno, dalle indiscrezioni e dalle cospirazioni, da quando il pilota è rimasto purtroppo vittima di un tragico incidente mentre sciava. Da allora su di lui non ci sono più state notizie, se non il minimo indispensabile.
Alla F1 e in generale a tutti i suoi tifosi, così come a chi ha avuto modo di assistere alle sue prodezze in pista, manca sempre di più ogni giorno che passa. Parola anche di Jean Todt.
Todt, ex dirigente della Ferrari e simbolo della Formula 1, ha parlato di Michael Schumacher fermato da una maledetta caduta con gli sci a Meribel ormai 12 anni fa. Ai microfoni de ‘La Repubblica’, il francese ha dichiarato: “Michael è un fratello, un amico, è un’altra cosa. Nella storia alcuni piloti hanno scritto qualcosa di particolare e lui è uno di questi”.
“Cosa mi ha insegnato? L’umiltà – ha sottolineato l’ex della Ferrari – sembrava arrogante invece era timido, si proteggeva. Voleva vivere normalmente, andare a prendere i figli a scuola, cosa che faceva. Suo figlio Mick penso che non sia stato trattato bene dalla Formula 1“.
E proprio in riferimento a questo discorso, ha spiegato il motivo: “Ha guidato una Haas non competitiva, anche se un paio di incidenti sono costati molto alla squadra. Però alla fine è stato davanti al suo compagno. Lo hanno scartato per motivi loro, senza dargli un’altra chance che secondo me meritava. Lo trovo ingiusto“.
“La vita – ha dichiarato in conclusione – è fatta di capitoli e quello vissuto in Ferrari è stato il più importante e stimolante della mia carriera. A Maranello ho trascorso 16 anni come capo delle corse e poi amministratore delegato, e questo mi è rimasto siglato sulla pelle”.
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