Calcio

Inter, più responsabili che ingiocabili. Calha dove sei? Roma, Paredes merita più rispetto

La sicurezza di essere ingiocabili, la certezza di non esserlo più. Perchè l’Inter, questa Inter ha più di un problema. Il flop di Firenze non è stato casuale, tutt’altro. E il secondo tempo dello Stadium lo ha dimostrato. Quando l’Inter fa l’Inter non ce n’è ancora per nessuno, il problema è che i nerazzurri hanno perso proprio quella continuità. Per tutta una serie di motivi. Nessun colpevole, tutti responsabili.

Da quando Inzaghi ha perso le staffe contro gli arbitri post derby è come se avesse perso un po’ di lucidità. Il nervosismo contro la Fiorentina a San Siro nel match di ritorno, qualche decisione che ha lasciato più di un punto interrogativo, vedi i cambi contro la Juventus. Una confusione non da Inter, che come se non bastasse sembra aver perso la sua bussola in mezzo al campo. Il Calhanoglu attuale è la sagoma di quello ammirato negli ultimi due anni. E se non gira lui, tutta la squadra va in affanno. Come se non sapesse in che direzione andare. Ecco allora che anche Lautaro diventa normale. E, come un giocatore normale, sbaglia gol facili. Ma le alternative non ci sono. Ed è questo il peccato capitale. Senza la TuLa l’Inter è persa. Perchè Taremi, Arnautovic e Correa non sono all’altezza. Inutile negarlo, dall’ex Porto ci si aspettava molto di più. Avrebbe dovuto essere un simil Dzeko, per intenderci, e invece non ha mai inciso. Inzaghi dall’attacco di riserva ha ottenuto solo 3 gol in campionato, uno a testa. Una miseria per chi vuole puntare a rivincere lo scudetto. Per questo a gennaio si doveva fare qualcosa in più proprio per rinforzare l’attacco. Parlare di crisi Inter è ovviamente esagerato, ma l’allarme è scattato e non va sottovalutato perchè tra poco tornerà anche la champions.

Leandro Paredes – Sportitalia.it (Foto LaPresse)

Chiusura su un giocatore. Ne ho sentite tante, troppe, su Leandro Paredes. Alla Juve è stato irriconoscibile, è vero, ma anche Di Maria lo è stato, quindi evidentemente c’era qualcosa che non andava a livello generale oltre alla “distrazione mondiale”. Da quando è tornato a Roma, con De Rossi prima e Ranieri poi, è diventato imprescindibile. Il mantra su Dybala è applicabile anche al suo connazionale, perchè esiste una Roma con Paredes e una Roma senza Paredes e chi non riesce a vederlo è perchè non lo vuole vedere oppure è prevenuto. Ha vinto Mondiale e Copa America. E’ leader tecnico e caratteriale. Ha piede e garra, soprattutto ha a cuore la Roma e le sue sorti e di questi tempi non è poco. Porta il 16 sulle spalle con onore e se sta bene fisicamente è uno dei migliori centrocampisti della serie A. Perderlo a gennaio per la Roma sarebbe stato un disastro. Per questo Leo Paredes merita più rispetto.

Valentina Ballarini

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