Calcio

Inzaghi e Conte hanno già vinto. Il Milan raschia il fondo. Thiago Motta oggi, Gasperini domani?

A 11 giornate dalla fine, a cavallo degli Ottavi di Champions, anche se i conti si fanno alla fine, eppure delle somme si possono già tirare. Perché ci troviamo in un momento storico della Serie A in cui non esiste una squadra smaccatamente più forte delle altre come poteva essere la Juventus 2012-2019 (di 7 scudetti su 9). E dunque non esiste chi “è obbligato a vincere”, ma al massimo chi è obbligato a giocarsela. E’ una stupidaggine quella a cui peraltro vanno appresso in parecchi che l’Inter abbia due squadre e che sia obbligata a trionfare. Per carità può essere considerata la favorita, o la più forte – che non è esattamente la stessa cosa – ma appunto non c’è più quel livello di favoritismo o di forza che risiedeva nella Serie A fino a 6 anni fa che comportasse quasi l’obbligo dello scudetto. Non è corretto considerare l’Inter in maniera tale perché praticamente è bloccata sul mercato da 3 anni, si è mossa solo su svincolati o operazioni secondarie, e soprattutto le altre si sono rinforzate a più riprese. Se poi non hanno fatto fruttare i rinforzi, il demerito è loro, ma diventa un merito dell’Inter quello del saper rimanere in alto, non certo per diritto di censo ma perché fa accrescere il valore e la capacità dei giocatori.


Simone Inzaghi aveva un obbligo quest’anno: essere competitivo per lo scudetto e arrivare almeno ai Quarti di Champions. Il dovuto è quasi raggiunto, con l’Inter vicina alla qualificazione. In Serie A le contendenti dovevano essere Napoli senza coppe con Conte e gli acquisti, e la Juventus con la campagna da 200 milioni. Giocarsela, e poi vince chi è più bravo. E’ quello che sta accadendo all’Inter. E in Europa, non può certo essere né la favorita né si può dire che la vittoria sia a portata di mano. Ma può giocarsela sapendo di essere circa verso la sesta posizione in griglia, sulla carta con Liverpool, Real Madrid e Barcellona avanti (e il City eliminato), e alla pari con Bayern e Atletico. I Quarti sono l’obiettivo alla portata dell’Inter, se arriverà qualcosa in più sarà tutto di guadagnato. E’ ovvio che il gesto del 3 di Triplete di Inzaghi fosse una battuta, con la Coppa Italia che è sempre una soddisfazione. Perché tutti sono consapevoli che si potrebbe comunque finire la stagione senza trofei e sarebbe certamente una delusione ma non un fallimento, perché in nessuna competizione l’Inter è la nettamente più forte; ma il proprio livello dice che ha almeno l’obbligo di giocarsela. Cosa che sta facendo, essendo la prossima settimana già vicina al rendere già compiuta la stagione di Simone Inzaghi.

Antonio Conte, allenatore Napoli (DepositPhotos) – www.sportitalia.it


Se lnzaghi ha già vinto, nella stessa posizione è Conte. Appunto una squadra che deve preparare solo una partita a settimana e ha fatto un mercato da 150 milioni. Non è la più forte, ma è sicuramente competitiva per lo scudetto, checché la critica racconti palle per togliere pressione (se lo fa Conte invece è giustificato perché lui è un tesserato Napoli ed il suo lavoro è fare il meglio per il Napoli, non raccontare la verità). Ma Conte ha anche perso Kvaratskhelia non sostituito a dovere, e ha sicuramente visto svuotarsi le opzioni in panchina. L’obbligo di Conte è giocarsi lo scudetto, e lo sta facendo e lo farà fino alla fine, dunque anche lui come Inzaghi ha già vinto. Invece per le altre big è un gran casino.

L’allenatore del Milan, Sergio Conceicao in conferenza stampa

E lo è in senso materiale al Milan. Ho scelto di parlare nella prima parte di Conte e Inzaghi perché mi sarei anche stufato ogni settimana di imbattermi nel Barnum Milan. Non lo chiamo circo perché sennò poi l’ala integralista dei milanisti si offende e fa la vittima, ma lo sanno anche loro che la situazione è questa e ogni settimana si scrive una nuova pagina delirante. Fonseca è saltato per molto meno di quanto fatto da Conceiçao, e se non ci fossero impegni impellenti anche la testa di Conceiçao sarebbe già rotolata. La società sta davvero diventando una barzelletta. Ricorda gli anni bui dell’Inter 1999-2001, quando le sconfitte sportive erano anche il meno rispetto all’extracampo. E infatti non è di risultati che si parla. Perché gli insuccessi sono conseguenza dell’improponibile spettacolino di incompetenza e anarchia che si vede a livello societario. Tutti, milanisti e non, invocano l’azzeramento, ma il problema è: che cosa può cambiare davvero se non cambia Cardinale e il bislacco organigramma a due teste conseguenza della longa manus proprietaria degli Elliott? Nulla. Stante l’identico assetto societario, l’unica possibilità sarebbe il salvifico e improbabile arrivo di un uomo forte e capace, che abbia un carisma tale da riempire la situazione. Un Marotta all’Inter, un Maldini al Milan, un Sabatini alla Roma etc. Sempre che le altre parti facciano non dico un passo indietro, ma almeno un passo di lato e lascino lavorare. Altrimenti, nulla cambierebbe.

Gian Piero Gasperini, allenatore Atalanta (sportitalia.it – Ansa foto)

Questi problemi la Juventus non li ha, ma la crisi è altrettanto profonda però dal punto di vista puramente tecnico. Certo il calcio è bello perché è strano, ed è davvero surreale vedere la Juventus teoricamente in corsa scudetto, nonostante giochi malissimo ai livelli del peggior Allegri, abbia lo spogliatoio contro l’allenatore, e l’ambiente in mille pezzi. Personalmente non potrei che essere contento di vedere la Juve campione d’Italia visto che validerebbe il mio pronostico di inizio anno che già sembrava carta straccia, ma francamente non potrò mai credere che succeda considerando quanto la Juve giochi peggio di Inter, Napoli e Atalanta, e che dovrebbe sperare in 3 crolli non solo uno, e per di più con due delle contendenti nemmeno nelle coppe. Ma intanto Juve-Atalanta può essere il duello tra presente e futuro: a Thiago Motta potrebbe non bastare il quarto posto per salvare il posto, gli necessiterà comunque rimanere in corsa per lo scudetto. La posizione di Giuntoli non è a rischio, ma in caso di quinto posto o di quarto con finale anonimo sarà costretto a dare un segnale di cambiamento alla proprietà. E in quel caso al momento il maggior candidato è Gasperini. Se l’opzione Roberto Mancini non è da escludere, se quella di Conte è troppo complicata, se quella di Tudor è improbabile, Gasperini invece diventa per motivi tecnici, economici, ambientali e congiunturali quella ritenuta più probabile. Sapendo che non si potrebbe sbagliare di nuovo annata.

Tancredi Palmeri

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