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Basta figuracce: il Milan non può permettersi altre batoste

Il Milan continua a faticare tantissimo sul campo e non solo. Il riflesso di quello che sta accadendo alle varie formazioni rossonere (prima squadra, Primavera e Milan Futuro) non è altro che la diretta conseguenza del caos a livello dirigenziale. Molte decisioni della scorsa estate sono state frettolose e il campo non ha assolutamente dato ragione alla proprietà, più volte contestata fino al mercato di gennaio.

Sergio Conceicao, allenatore del Milan

Gli acquisti di Gimenez e Joao Felix, oltre a Walker, non hanno frenato un’emorragia che sta proseguendo senza indugio. Così adesso i rossoneri pensano al presente ma la società sta cercando già ora di ragionare sul prossimo futuro. Da capire in quale direzione verranno intraprese le scelte: il prossimo direttore sportivo potrebbe essere annunciato tra non molto, nel frattempo sul campo c’è un finale di stagione da onorare.

Tre mesi per provare a limitare i danni e salvare la dignità di una squadra che è sempre stata supportata da un tifo encomiabile, ma ora il pubblico del Diavolo ha raggiunto davvero l’apice dell’amarezza, tra risultati negativi e la poca chiarezza.

Le parole di Conceicao post-Lazio

“Resto anche il prossimo anno? Ho troppe cose in testa, penso a Lecce e giorno per giorno, la cosa più importante è il Milan, non io. Mi dispiace per i tifosi perché sono abituato a vincere, mi fa male. Sono ferito come i tifosi, sono abituato a voler vincere fin da piccolo. Non mi sento bene in questo momento, e quello che faccio in questi momenti bui è lavorare ancora di più”.

“Lo spogliatoio mi segue, lo so per il modo che hanno avuto a fine partita, la loro delusione. Loro farebbero lo stesso per me? Certo, se non lo sentissi, lo direi”.

Volevamo vincere, si è vista la reazione nel secondo tempo. Siamo la squadra che ha giocato di più, abbiamo avuto due giorni in meno della Lazio ma non mi voglio giustificare. Dobbiamo tirare fuori l’orgoglio, capire cosa non abbiamo fatto bene e trovare equilibrio e compattezza nella squadra anche nei momenti di difficoltà. La situazione che ha provocato il rigore, potevamo fare il 2-1 anche se eravamo in 10. L’atteggiamento c’era e mi lascia soddisfatto”.

Niccolo Anfosso

Giornalista pubblicista nato nel 2000. Laureato con il massimo dei voti in Scienze della comunicazione. Cresciuto a pane, sport e libri. Alla continua ricerca della perfezione.

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