Calcio

L’ITIA torna a parlare del caso Sinner e difende l’azzurro…

A quasi un anno dall’inizio del caso Clostebol, l’ITIA (International Tennis Integrity Agency) è tornata a parlare della vicenda che ha coinvolto Jannik Sinner. La direttrice generale Karen Moorhouse ha risposto alle critiche sulla trasparenza del sistema antidoping, riferendosi sia al tennista italiano sia al caso di Iga Swiatek. Una dichiarazione, quella della direttrice, che sostanzialmente ribadisce l’operato dell’agenzia e difende Sinner da qualsiasi accusa, compresa quella di essere stato in qualche modo favorito nel primo procedimento.

La difesa dell’ITIA sul caso Sinner

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (Screen Youtube Sky Sport Tennis) – Sportitalia.it

Karen Moorhouse ha spiegato che l’ITIA ha seguito le proprie regole, specificando che l’errore di comunicazione potrebbe aver generato confusione: “I problemi di comunicazione che hanno riguardato il caso Sinner potrebbero aver creato un malinteso sulle nostre regole in merito all’annuncio. Si è erroneamente creduto che stessimo annunciando test positivi, quando in realtà stavamo annunciando sospensioni provvisorie”. Ha poi aggiunto che sia Sinner che Swiatek hanno presentato ricorso entro il termine di dieci giorni e, avendolo vinto, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche. Infine, ha aperto alla possibilità di una revisione delle regole in futuro: “Se meditiamo un cambiamento? Sì, in futuro tale regola potrebbe anche cambiare”.

Le accuse al team

Darren Cahill, super coach australiano di Jannik Sinner (Screen Youtube Gossip Mania) – Sportitalia.it

Un’altra critica sollevata riguarda la mancata sanzione nei confronti di alcuni membri del team di Sinner, in particolare Giacomo Naldi e Umberto Ferrara. Anche su questo punto, Moorhouse ha chiarito la posizione dell’ITIA: “La maggior parte dei reati in questione implicano un’intenzione di doparsi. Nel caso Sinner, secondo la consulenza legale che abbiamo ricevuto, non c’era alcuna giustificazione per perseguire penalmente nessun membro del suo entourage”. Ha inoltre ribadito che non vi è stata alcuna violazione del Codice mondiale antidoping.

La vicenda Clostebol continua dunque a far discutere, ma l’ITIA difende le proprie scelte, lasciando aperta la porta a eventuali modifiche normative in futuro.

Redazione Sportitalia

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