Piani rovinati per l'ad nerazzurro, Beppe Marotta - Sportitalia.it (Foto LaPresse)
Se da una parte è vero che i giorni di riposo concessi da Simone Inzaghi alla squadra dopo il successo di Bergamo avrebbero la prospettive di distendere i nervi e prendere una pausa dalle tensioni della stagione, dall’altro è inevitabile che il tecnico dei nerazzurri non possa realmente staccare la spina.
Anzitutto perchè nelle prossime ore Appiano Gentile riaccoglierà i calciatori alle prese con problemi fisici e destinati dunque a proseguire con il loro percorso di recupero, e poi perchè le preoccupazioni del tecnico della capolista fanno riferimento alle condizioni di chi invece con la sua nazionale è partito e sarà impegnato nei prossimi giorni.
INTER, CHE TEGOLA!
La prima tegola è quella conseguente agli esami cui si è sottoposto Denzel Dumfries, che hanno evidenziato un guaio che comporterà almeno tre settimane di stop, privando i nerazzurri del loro punto di forza sulla destra per le prossime due gare di campionato e per il derby di andata in Coppa Italia.
Classifica e calendario alla mano, ad ogni modo, non si può che evidenziare la soddisfazione assoluta per il percorso intrapreso dall’Inter nella fase decisiva della stagione, e di conseguenza arrivano anche i discorsi legati al rapporto con il tecnico Simone Inzaghi.
DESTINO BLINDATO
Le parole del Presidente Marotta hanno lasciato intendere la volontà di proseguire il rapporto andandolo a rinsaldare con un rinnovo di contratto che vada a seguire quello della scorsa estate, legando a doppio filo il destino dell’allenatore dell’Inter ai colori nerazzurri. La speranza di tutto l’ambiente è di riuscire a farlo con qualche importante trofeo in più in bacheca.
Marotta ha poi riflettuto sul ruolo degli investitori stranieri nel calcio italiano: “Anche in una città tanto celebrata come Milano, è stata una fortuna l’arrivo di proprietà straniere. Siamo passati da un modello di mecenatismo a un sistema in cui oggi ben 11 club sono gestiti da investitori esteri. Questo deve farci riflettere: come Paese, non siamo stati in grado di sostenere il calcio. Certo, queste proprietà puntano all’equilibrio finanziario e alla sostenibilità, ma c’è anche una questione etica. Il mecenatismo garantiva squadre altamente competitive, ma non era un modello sostenibile nel lungo periodo”.
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