Calcio

Juventus, l’era Tudor per dimenticare Motta. C’è un imperativo categorico

La Juventus ha deciso di ripartire da Igor Tudor. Per cercare di centrare il quarto posto in classifica, che consentirebbe ai bianconeri di partecipare alla prossima edizione della Champions League, la dirigenza della Vecchia Signora ha optato per un cambiamento tecnico. Necessario? Le prestazioni della squadra hanno fortemente deluso tifosi e dirigenza. La squadra resta inflessibile sugli obiettivi: cercare di migliorare sul piano del gioco e del rendimento è quantomai fondamentale per chiudere una stagione iniziata male e che rischiava davvero di finire peggio.

Il saluto di Motta

Il saluto di Thiago Motta alla Juventus: “Ho vissuto momenti intensi, affrontati sempre con massima determinazione e volontà di migliorare ogni giorno. Ringrazio la proprietà  per avermi dato la possibilità di fare parte di questo grande club, la dirigenza e tutte le persone del club che mi hanno sostenuto nel lavoro quotidiano, i giocatori per il lavoro e l’impegno profusi fin dal primo giorno insieme. Auguro ai tifosi e alla Juventus il meglio per il futuro”.

Era Tudor: come si schiera la Juve?

Come giocherà la nuova Juventus targata Tudor? Sicuramente con la difesa a tre composta da Kalulu, Gatti e Veiga. In attacco tornerà dal 1′ Dusan Vlahovic, nelle vesti di riferimento avanzato. Ricordiamo le parole di Tudor pronunciate qualche stagione fa: “Dusan è il miglior attaccante della Serie A”, disse l’attuale tecnico della Juve. Una consapevolezza che è dunque aumentata di anno in anno. Nelle intenzioni di Tudor dovrebbe esserci una squadra equilibrata, ma comunque particolarmente propositiva sul piano azionario. I ruoli sono definiti e il calcio fluido di Motta resta un lontano ricordo. Si aspettano segnali di vita anche da Koopmeiners, che in questa stagione ha davvero deluso tutte le aspettative di dirigenza e tifosi dopo l’annata strepitosa dell’anno scorso con la maglia dell’Atalanta. Insomma, la Juventus vuole cambiare passo e ritmo, riportando anzitutto entusiasmo all’interno di un ambiente scosso e deluso. Che cerca sin da subito una svolta necessaria.

Niccolo Anfosso

Giornalista pubblicista nato nel 2000. Laureato con il massimo dei voti in Scienze della comunicazione. Cresciuto a pane, sport e libri. Alla continua ricerca della perfezione.

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