E a quel punto le famose illazioni avrebbero motivo di esistere: non è che due dirigenti debbano per forza litigare, ma se uno decide e l’altro si adegua (Zlatan) non c’è una terza via tra accettare senza troppa voce in capitolo oppure salutare e lasciare il club. Ibra non si offenda, ma è meglio dire le cose in faccia, ovviamente lui è libero di fare come gli pare, il manifesto della sua vita sportiva. Ma per il suo interesse è bene che stravolga la strategia comunicativa, spesso (se non sempre) fuori tempo e fuori luogo. Sono finiti i tempi di un colpo di tacco da celebrare come gli pareva. Adesso si tratta di capire come abbia potuto agire da dirigente sbagliando scelte, tempistica e parole: troppo. Meglio: troppo poco per stare nella stanza dei bottoni o presunta tale di Casa Milan.
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