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ESCLUSIVA – Guido Kohan: “Il Boca Juniors, Benjamin e quella playstation per andare a Rio. Vi racconto tutto”

4 novembre 2023, Rio de Janiero. Mancano poche ore al calcio d’inizio tra Boca Juniors e Fluminense, finale della Copa Libertadores. Nel primo pomeriggio, in attesa dell’ultimo atto della competizione più sentita in Sudamerica, le spiagge della capitale brasiliana sono gremite di tifosi Xeneizes. Cori, balli. Riti e tradizioni, in attesa di dirigersi al Maracanã. Tra di loro c’è un ragazzino che, tra gruppi di tifosi, si riconosce subito. Il più basso in mezzo a gente di qualsiasi età, ma la sua energia è ben riconoscibile. Petto in fuori, occhi lucidi, quasi spiritati. Un sentimento che non si costruisce, un amore senza alcuna proporzione. Passione alle stelle. Il grido è uno solo: “Dale Boca”.

Il ragazzino in questione si chiama Benjamin Kohan, è arrivato a Rio insieme a suo padre – Guido – dopo un estenuante viaggio da Buenos Aires durato tre giorni. La tratta Argentina-Brasile non è di facile percorrenza, e Benja lo spiega subito:Abbiamo venduto la moto di mio padre e la mia playstation per essere qui”. Amore e passione. E ancora: “E non abbiamo nemmeno i biglietti per entrare allo stadio! Ma guarda qui, non potevo perdermelo. Questo è quello che sento, questi siamo noi. Dale Boca!”

Guido e Benjamin Kohan (credits: IG oficial Guido Kohan)

 

Il tempo passa, questa sera a Buenos Aires il tempo si fermerà nuovamente. E’ tempo di Superclásico, è tempo di River Plate contro Boca Juniors. Los Millonarios contro Los Xeneizes.

Una rivalità senza storia, il derby più spettacolare del Mondo. E chi meglio di Guido Kohan può spiegarci cosa significa avere sangue gialloblù. Perché tifare Boca Juniors equivale a credere in qualcosa di più, in qualcosa di diverso. E Guido, nonostante i chilometri di distanza, ci ha trasportato in una realtà che prova a estraniarsi dalla realtà. 

ESCLUSIVA – Guido Kohan: “Il Boca come soluzione per estraniarsi dalla realtà”

Cosa significa tifare Boca Juniors?

“Seguire il Boca è qualcosa di unico. La nostra partita comincia molto prima del fischio d’inizio, è una festa. Ci ritroviamo con gli amici ore e ore prima dell’inizio, l’obiettivo è divertirsi e dimenticare tutti i problemi. Almeno per quel giorno. Indipendentemente dal risultato”.

Quali sensazioni si provano prima di un Superclásico?

Il Superclásico comincia subito dopo il sorteggio delle partite del campionato. La prima cosa che guardo è la data in cui si terrà la partita. La sfida contro l’Estudiantes si è conclusa domenica, dal fischio finale l’unico obiettivo è diventato battere loro”.

“Tifare Boca significa amare in maniera disinteressata”

Qual è la differenza tra un tifoso del Boca Juniors e uno del River Plate?

“Per me, la grande differenza tra il Boca e gli altri è l’amore disinteressato che ognuno prova per la propria squadra. Ho perso le finali, partite che non puoi mai perdere, ma la domenica dopo ero di nuovo lì, a fare il tifo come se nulla fosse successo. Noi non ce ne andiamo, per amore del Boca. Loro invece, quando perdono, dimenticano quell’amore genuino e disinteressato”.

Che importanza ha il fulbo nella cultura argentina?

“Credo che il calcio, per gli argentini, sia una via di fuga dai veri problemi che affliggono il Paese. Un modo per estraniarsi dalle difficoltà quotidiane. Per 90 minuti esiste solo il Boca, un panorama ideale dove due colori uniscono parte di un popolo”.

Diego Armando Maradona con la maglia del Boca Juniors – La Boca, Buenos Aires

 

Il sacrificio più grande che hai fatto per los Xeneizes?

“Ho fatto un sacco di cose folli per il Boca, ma credo che le due peggiori siano state viaggiare a Rio con Benja. Ma questo lo sai già. Tre giorni in un furgone, senza biglietti, dopo aver venduto una moto e una PlayStation. Poi, nella finale del 2018 contro di loro, la mia intenzione era di seguire la squadra. Ho chiesto un permesso a lavoro che però mi fu negato”.

E com’è finita?

Mi sono assentato per due giorni e ho perso il lavoro”.

Per il Boca.

“Solo per il Boca”.

“Benja? Ha fatto qualcosa di meraviglio. Ha dato tutto quello che aveva per il Boca”

Tuo figlio, Benja, è diventato virale prima della finale di Copa Libertadores.

“Ciò che Benja ha fatto è stato qualcosa di meraviglioso. Penso che la sua idea fosse quella di raccontare la storia del suo sacrificio compiuto da giovanissimo. Ha dato tutto quello che aveva per andare a vedere il Boca: con il cuore, senza aspettarsi nulla in cambio. Lui voleva solo far parte del più grande movimento mai visto, ed è stato ricompensato”.

Alla fine, ha ricevuto una nuova playstation?

“Al suo ritorno da Rio, Benja ha ricevuto una nuova PlayStation!”

Boca Juniors, Boca Juniors,
gran campeón del balompié,
que despierta en nuestro pecho
entusiasmo, amor y fe.

Tu bandera azul y oro
en el mundo tremoló
como enseña vencedora
donde quiera que jugó.

La marcha de Boca Juniors

Federico Calabrese

Federico Calabrese, classe 2000, è un giornalista pubblicista. In libreria è uscito con “Volare libero”, l’autobiografia di Gianluca Pagliuca e con “Istinto puro”, l’autobiografia di Sébastien Frey.

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