Editoriale Calcio

Sono tradizionale, vorrei solo vedere il Milan vincente

Tradizionale. Come il panettone con l’uvetta e soprattutto i canditi: quelli che da bambino non piacciono a nessuno, ma a 40 anni il panettone lo mangi solo se ci sono loro. Perché sei come lui: tradizionale. No, non come il panettone, come il direttore sportivo (cit. di qualche settimana fa, per i meno attenti): il miglior tormentone che c’è, dopo… la Coppa, per citare un famoso video di qualche anno fa. Siamo al Primo Maggio però e il signor Tradizionale non è ancora arrivato: le fave e il pecorino sì, il Concertone sì… Tra sei giorni inizia pure il Conclave e la previsione sembra abbastanza scontata: arriverà prima il nuovo Papa. Forse lui non Tradizionale, chissà: il gruppo di lavoro integrato del Vaticano farà meno fatica nelle scelta. Ci dicono “Che c’è di male nel vedere tante persone per un ruolo così importante?”: nulla, chiaramente. C’è di male nel farlo in costante ritardo, muovendosi sempre sulle piste sbagliate, col timing sbagliato. Berta filava… al Milan, se si fosse mosso prima dell’Arsenal. Paratici, giustamente, si è irrigidito nel tira e molla. Tare, previsione, lo farà nello stesso modo: va bene che la ruota di scorta è la più utile, perché  quella che ti salva nel momento di necessità, ma a tutto c’è un limite. Si diceva, fino a ieri: “Stanno aspettando D’Amico”. Poi Luca Percassi parla chiaramente  e chiude ogni chiacchiera: non desiderare il ds d’altri, specie se non hai la forza di prenderlo. E allora, che si fa? Ah, saperlo.

Altro giro, altro regalo. Domanda: dopo aver fatto due mesi di colloqui e due di picche, si può pensare di trovare rapidamente la strada giusta? Per carità, i miracoli avvengono. Ma basarsi sulla loro statistica è la stessa roulette russa che ti ha portato al nono posto di questa stagione. Che poi, direttore sportivo a parte, ci sarebbe un allenatore da scegliere prima o poi. Col direttore sportivo, in teoria, giusto? Perché se non lo sceglierà il direttore sportivo, perché magari non ci sarà ancora… chi lo sceglierà? Chi disse “Non volevamo un manager, ma un allenatore”? O chi prese Fonseca, magari seguendo i consigli dello stesso giro che gli raccomandò il povero Paulo? Errare è umano… Sapete come finisce. Chi o cosa può salvare questo Milan? Un’illuminazione improvvisa, un’occasione, una botta di fortuna. Non esattamente il tipo di strategia consona a chi per mesi/anni si è riempito la bocca parlando di algoritmi e “metodi nuovi”. Servirebbe un allenatore… Tradizionale. Astenersi scommesse, salti nel vuoto e carrelli dei bolliti, vale a dire esattamente gli identikit che “girano” al momento. Felice di sbagliarmi, di essere smentito e sbugiardato: il ruolo di Cassandra non mi è mai piaciuto. Abbiamo gusti semplici e… tradizionali: non ci importa la filosofia dei massimi sistemi, vogliamo solo un Milan vincente. Al più presto, grazie.

Francesco Letizia

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