Calcio

Inter, in campionato non è ancora finita

Una dedizione incredibile, quella interista. Dopo il gol di Raphinha sembrava tutto scritto, con l’ennesima rimonta blaugrana a definire il quadro. Ma la formazione di Inzaghi ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, trovando energie inimmaginabili. Chissà che questo sprint non possa regalare ulteriore birra in corpo anche per la parte finale di campionato.

A Torino i nerazzurri vogliono continuare a correre perché nulla è scritto fino a quando non è davvero scritto. E l’esito della sfida di Champions fornisce grande fiducia al collettivo.

Le parole di Inzaghi post-Barcellona

“La notte più felice della mia carriera? Sono molto felice. Frattesi non ha fatto la rifinitura e aveva qualche problemino. Ha preso un antidolorifico, ha giocato ed è stato determinante. E’ un esempio tra tanti, Lautaro, Dumfries… Giocatori che hanno avuto infortuni, che ci sono mancati come il pane. Abbiamo stretto i denti, è una serata strepitosa da condividere con la società, i tifosi e le nostre famiglie che ci sono sempre accanto. Possiamo sempre andare a casa felici per vederli”.

Simone Inzaghi, allenatore Inter

Quello che le sta succedendo va oltre i sogni?
“Il mio sogno da piccolino era fare il calciatore, l’ho fatto in Serie A e in Nazionale ho giocato con mio fratello: non potevo chiedere di più. Da allenatore ho fatto questo grande percorso, ma devo ringraziare i giocatori della Lazio e dell’Inter. Sono stati straordinari stasera, in una partita di difficoltà estrema. Abbiamo fatto quattro partite una meglio dell’altra, non ci pronosticavano in tanti. Abbiamo ascoltato tutto, oggi siamo orgogliosi per la nostra gente. Non hanno mai lasciato un seggiolino vuoto. Faccio i complimenti anche a loro”.

Alla fine le top che vi affrontano sembrano capirci poco.
“Non posso dire cosa abbiamo in più, posso dire che mettiamo in campo tutto. Penso a De Vrij che le ha respinte tutte, è un giocatore che giocherebbe in tutte le squadre d’Europa, ma con Acerbi è dovuto rimanere fuori. Si allena sempre a duemila allora, nei 14′ giocati è stato determinate come quelli che sono entrati dalla panchina: bravissimi tutti”.

Nella finale di Istanbul arrivavate da sfavoriti, ora è diverso: cosa è cambiato?
“Siamo cresciuti, non vorrei che qualcuno dicesse che mi prendo i complimenti che vanno ai giocatori. Il percorso dei ragazzi è straordinario. La finale sarà contro una grandissima squadra, che sia l’Arsenal o il PSG. Poi capisco la domanda, ma abbiamo battuto le due migliori in Europa. in questo momento”.

Cosa stavi pensando prima del gol di Acerbi?
“E’ stata una intuizione di Francesco, nessuno gli ha detto di tornare indietro. Il mio giudizio sarebbe stato estremamente positivo lo stesso, abbiamo fatto una cavalcata commovente”.

La partita è cambiata grazie alle seconde linee…
“Ne avevo parlato prima del match di Barcellona, quando arrivavamo da una brutta settimana. Dissi che se eravamo arrivati a giocarci tutto era per merito del gruppo intero. Eravamo qui per loro, i minutaggi sono stati suddivisi nelle varie competizioni. L’Inter non ha mai scelto scudetto o Champions, noi dobbiamo giocare su tutti i fronti. Dice una fesseria chi sostiene il contrario. Poi in Coppa Italia siamo stati battuti e in campionato dobbiamo dare tutto fino all’ultima goccia di sudore. In finale di Champions vedremo cosa succederà”.

Oggi è stata la vittoria della sofferenza?
“Sì, abbiamo sofferto ma costruendo tantissimi occasioni. In due partite abbiamo creato tantissime chance, giocando un ottimo calcio. Non c’è nessuna finale senza sofferenza”.

Saresti più curioso di affrontare PSG o Arsenal?
“Sono due grandi squadre, allenate da grandi tecnici. L’Arsenal l’abbiamo sfidato in un girone tosto, non ho preferenze”.

Niccolo Anfosso

Giornalista pubblicista nato nel 2000. Laureato con il massimo dei voti in Scienze della comunicazione. Cresciuto a pane, sport e libri. Alla continua ricerca della perfezione.

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