Editoriale Calcio

Osimhen dà la precedenza al “padrino”. Napoli, lo scudetto e il mercato su più tavoli

Le squadre si fanno tra marzo e maggio, talvolta a prescindere dell’allenatore. E se proprio non riesci a farle, come minimo pensi intensamente alle soluzioni che ti possono consentire di vivere una vita (calcistica) migliore. Si spiegano così le mosse della Juventus che ha memorizzato una cosa importante: serve un grande attaccante, possibilmente due. Ma il numero uno deve essere uno specialista di spessore assoluto, a costo di spendere una tombola, di sicuro dandogli l’ingaggio che lui chiede. E la Juve ha scelto Victor Osimhen, assolutamente ricambiata (quest’ultimo aspetto alla fine può essere completamente decisivo). Osimhen viene accostato alla Juve dallo scorso settembre. E la motivazione è semplice: stiamo parlando del figlioccio calcistico di Giuntoli, negli occhi quell’interminabile trattativa dell’estate 2020, partita a sorpresa nel mese di marzo, con il Napoli al traguardo dopo mesi pieni di insidie. Dopo quanto raccontato da Gianluigi Longari mesi fa (contatti fissi con l’entourage), ci sono stati ulteriori e forse decisivi sviluppi negli ultimi giorni: VO ha messo la Juve in cima alla lista dei desideri, non vuole andare in Arabia e anche se arrivasse una proposta dalla Premier preferirebbe raggiungere il suo “padrino” a Torino.

Cristiano Giuntoli, Juventus Sportitalia.it (Foto LaPresse)


L’indizio è illuminante e può davvero diventare decisivo perché non esiste cosa più importante della volontà di andare in un club piuttosto che in un altro. Certo, c’è una clausola da 75 milioni che vale per l’estero e non per l’Italia (quindi per la Juve), e se Osi ha scelto bisogna tenere in forte considerazione il suo desiderio all’interno di qualsiasi trattativa. Anche perché – ecco l’altra possibile chiave – la famosa opzione rinnovo fino al 2027 prevede emolumenti per Victor da 15 milioni netti, molto difficile che scatti. E quindi, azionate la clessidra: mancano 13 mesi e mezzo alla fine del rapporto tra Victor e il Napoli, la Juve è pronta a spendere, De Laurentiis è libero di decidere qualsiasi cosa. Ma tenendo conto di un particolare decisivo, se Victor dice no agli altri perché vuole una sola destinazione il bivio è semplicissimo: accontentarlo oppure il rischio sarebbe quello di restare con il cerino in mano per l’inevitabile svalutazione del cartellino. A quel punto la Juve aggiungerebbe un’altra prima punta tra Lucca, Krstovic e il rinnovo del prestito di Kolo Muani, troverebbe soluzioni per Vlahovic e Milik, ma con l’improcrastinabile desiderio di riunire padrino e figlioccio calcistici a Torino sponda bianconera.

Dicono: non disturbate il conducente quando c’è una scudetto da assegnare e anche una Champions. Giusto, ma il mercato non ha la sveglia puntata, nel senso che la sveglia non c’è e ogni giorno può essere quello giusto per pensare al futuro con ambizioni sempre più elevate. Si spiegano così le mosse dell’Inter che il 31 maggio si giocherà la vita in Champions: prima Sucic per il centrocampo, quindi l’assalto a un esterno di talento come Luis Henrique che ha sposato il nerazzurro e adesso serve avvicinarsi ai 30 milioni chiesti dall’OM (una necessità cedere un pezzo pregiato entro il 30 giugno per motivi di bilancio). Il Napoli ha apparecchiato su più tavoli, da De Bruyne a Jonathan David passando per Nunez, dopo aver sondato Sudakov e in attesa di mettere in bella copia quanto seminato. Lo scudetto, certo, ma il mercato sta esplodendo.

Alfredo Pedullà

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