Antonio Conte, allenatore Napoli (DepositPhotos) - www.sportitalia.it
C’è entusiasmo, ma anche stanchezza. C’è sollievo, eppure l’apprensione non manca. Uscendo dal Tardini il Napoli ha guardato in cielo e ringraziato un 37enne spagnolo che 120km più a nord aveva appena accorciato il tragitto dello Scudetto verso Napoli di appena 90 minuti. Un titolo tra i più faticosi di sempre, se così dovesse essere, come lo stesso Antonio Conte ha ammesso nel postpartita. Giocatori sottratti alla rosa, cambi di modulo e soluzioni d’emergenza, ha sintetizzato in questo modo le difficoltà di una stagione atipica che con le Coppe – sempre citando Conte – non avrebbe portato certo alla possibilità di giocarsi lo scudetto all’ultima giornata.
Sollievo, dicevamo. Perché da qui alla vittoria ora ci sono 90 minuti contro un Cagliari già salvo ed ebbro di celebrazioni dopo i 3 punti sul Venezia. Il tutto, nell’incandescente e pulsante Diego Armando Maradona, pronto a divampare di gioia a distanza di appena 2 stagioni dall’ultima volta. Soprattutto, subito dopo aver passato un anno orribile che aveva parzialmente offuscato quella gioia e gettato Napoli nello sconforto tipico di tempi già noti e vissuti con amarezza. E invece: nonostante le assenze, nonostante la stanchezza, fisica ma anche e soprattutto mentale, evidente in queste ultime settimane così delicate, il Napoli è a un passo dal poter finalmente tirare il fiato. Conte ci crede, ma avvisa: guai mollare proprio adesso.
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