Ci vediamo venerdì, la sensazione (fortissima) è che i rimpianti saranno tutti dell’Inter. Avevi lo Scudetto in mano, lo hai cestinato. Poi qualcuno ha pensato di restituirtelo, eppure lo hai cestinato di nuovo. Quando vinci 2-1 contro la Lazio, e hai il vento a favore, la partita deve finire senza se e senza ma. Se non ci riesci, sei indifendibile. Cercheranno il colpevole, da qui fino al 31 maggio, ma non lo troveranno. Intanto aspettiamo venerdì, ma una cosa è giusto dirla: il Napoli sta per confezionare un’autentica prodezza. Nessuno si offenda se parlo di mercato anche in queste ore caldissime, non credo che una trattativa – sia pure importante – possa distrarre chi sta lavorando per un’impresa sensazionale.
Che il rapporto tra Conte e il Napoli sia ai minimi storici lo sanno anche quelli che si occupano di giardinaggio e storia dell’arte. Quando ci sarà la possibilità di incrociarsi, magari con uno Scudetto fresco di (nuova) nomina, sarà più semplice raccontare che è meglio salutarsi piuttosto che complicarsi la vita. Conte vuole tornare alla Juve che questa volta ha aperto e ha anche programmato per il 15 giugno (giorno in più o in meno) il momento del ribaltone. La Juve vuole Conte più Osimhen, quindi intende aprire due tavoli con il Napoli. Certo, De Laurentiis potrebbe trattenere Conte perché c’è un contratto, ma a chi converrebbe? Infatti, nel frattempo si è cautelato andando oltre un semplice sondaggio con Max Allegri, lo avrebbe preso già quattro anni fa ma c’era la Juve dietro l’angolo e virò fortunatamente su Spalletti. Fortunatamente perché quel Napoli avrebbe vinto lo Scudetto (occhio, sarebbe il secondo in tre stagioni, non proprio una banalità) e adesso, aspettando il nuovo Evento, bisogna programmare per non ripetere gli errori post Spalletti. E il Napoli di sicuro non li ripeterà.
Il momento dei bilanci in qualche caso può essere anticipato. Prendiamo la Fiorentina: attaccare la società che ha fatto il miglior mercato dell’era Commisso è una cosa che non sta né in cielo né in terra, l’unico responsabile è Palladino che ha avuto una fuoriserie e l’ha guidata male, finendo spesso fuoristrada. Io sono convinto che con un allenatore più esperto e meno presuntuoso la Fiorentina avrebbe avuto grandi chance di finire tra le prime quattro. Ma mettere il club sullo stesso piano di Palladino dopo aver convocato i vari De Gea, Kean, Fagioli e compagnia non ha un senso, anzi sembra una premeditazione. Palladino non si offenda, ma purtroppo la sua squadra molto spesso non ha un’identità, un gioco e una filosofia figlia dell’organizzazione. Ma le critiche sono legittime e non possono certo appartenere a simpatie o antipatie. Chi non ha bisogno di essere sponsorizzato e spinto chissà da chi è di sicuro Bonny, un attaccante che ha fatto benissimo a Parma, con la prospettiva solida di un futuro ancora più luminoso. Al Parma manca ancora un centimetro per centrare la salvezza, e a quel punto bisognerebbe accendere un cero a San Chivu, ma per Bonny la stagione è stata trionfale. Al punto che molte big gli hanno messo gli occhi addosso, con l’Inter che lo apprezza più di altri profili e che potrebbe decidere presto di uscire allo scoperto per anticipare la concorrenza. Sono tracce significative, tra uno Scudetto da assegnare e la Champions dei desideri.
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