Editoriale Calcio

Tare al Max: la svolta di Igli, il pallone torna al centro

Qualche anno fa, comprò di tasca sua un’importante statua, quella del Dio della medicina, Asclepio, solo per ridarla con onore al suo Paese, da cui era stata trafugata senza risarcimento: per ridare ai Milanisti dignità calcistica e speranza, Igli Tare ci ha messo ancora meno. Le prime mosse del nuovo direttore sportivo albanese sono esattamente quelle di un dirigente che ha capito immediatamente la situazione e che, senza protagonismi, vuole agire. Tempo da perdere non ce n’è, dopo un ottavo posto: basta sentire “non c’è fretta”. La missione è chiara: rimettere al centro il calcio e il risultato, cosa che, purtroppo, era sfuggita di mano negli ultimi mesi. Una rondine, anzi un’Aquila, non fa immediatamente primavera e non basta a frenare la contestazione o a ribaltare i giudizi, certo. Ma il cambio di passo è già tangibile nelle prime ore del mandato di Tare, a partire dal dossier allenatore: la clamorosa virata su Massimiliano Allegri (con tanto di passaggio volante anche su Conte, oggi irrealizzabile però), certifica la volontà di creare discontinuità con la stagione appena conclusa e l’ambizione di rilancio. Una persona che sa di calcio che sceglie con decisione un’altra persona che sa di calcio: un movimento tanto semplice e banale quanto inedito e inusuale in rossonero di recente.

Come ripetiamo da settimane, il problema di Casa Milan non era tanto il presente (disastroso sì, ma destinato a esaurirsi prima o poi), ma la sensazione che non ci fosse futuro: con le mosse giuste, da Allegri in poi, Tare ha la possibilità di invertire la tendenza e lasciare intravedere almeno uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Una volta esaurito il dossier allenatore (ora sì, si spera nel migliore dei modi), toccherà al campo, dove toccherà prendere decisioni spinose e cogliere le occasioni in entrata come in uscita. Tare dovrà integrare la sua competenza oggettiva con le possibilità di una squadra da cambiare gradualmente sì, ma anche nel profondo di alcuni ruoli chiave. Di personalità, l’atteggiamento con la Roma sul tema Saelemaekers: non si fanno regali, tantomeno a maggio. Ciò che servirà a questo Milan da parte di Tare è proprio l’unità di intenti, la presenza costante di un uomo forte al fianco di squadra, allenatore e di riflesso anche tifosi: una comunicazione chiara, costante e coerente con i propri principi e le proprie scelte.

Perché, come detto, si può anche sbagliare (nessuno è infallibile), ma non tradire i propri valori e il proprio DNA; in tal senso, sentir parlare con orgoglio di Hateley e Wilkins alla prima intervista ufficiale è stato sicuramente un buon viatico.

Francesco Letizia

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