Calcio

Come l’Italia e l’Inter sono riusciti a farci vergognare. E’ ora di scelte drastiche e coraggiose

Nella sconfitta in sé, per quanto dura, non risiede vergogna. Fa parte dello sport, e anche quando pesante, fa comunque parte dello sport anche se nessuno vorrebbe perdere.

Ciò che umilia non è la sconfitta bruciante perché gli altri siano stati più bravi, ma perché tu ti sia dimostrato inferiore sul piano dell’impegno e del sacrificio, non essendo all’altezza dell’evento.

L’Italia e l’Inter sono riuscite a farci vergognare, per due motivi diversi dalla sconfitta in sé.

Partiamo dall’Inter, la più facile da analizzare. La cosa che fa più rabbia è che non se l’è nemmeno giocata. E se la cosa peggiore è avere rimpianti, beh l’Inter ha fatta la peggiore delle cose peggiori, perché i rimpianti ce li avrà tutti. Forse il PSG avrebbe vinto lo stesso. Ma non è nemmeno l’aver subito la peggiore sconfitta della storia delle finali Champions. E’ proprio non aver fatto nulla, per nemmeno un minuto, di quello che l’Inter sa normalmente fare. E se proprio non ci arrivi con la tecnica o con la tattica, devi arrivarci col cuore. Potrai perdere, ma non potrai non lottare. E invece l’Inter è stata senza anima, un insulto al sacrificio e alla fortuna di giocarsi la finale di Champions. Ne è sicuramente responsabile Simone Inzaghi, che pur avendo fatto tanto bene, però anche se non aveva già deciso di andare in Arabia si è comunque giocato la finale nella peggiore maniera. Senza serenità, senza voglia di vincere ma con voglia di vendicarsi sul destino, e i giocatori appresso a lui. E’ stato quantomeno sincero nello staccare la spina a un ciclo fantastico che non poteva continuare dopo tale umiliazione, anche se veramente aver sprecato una finale in questa maniera così becera rimane senza senso.

Adesso però l’Inter, a prescindere dalla settimana surreale seguente con la ricerca a vuoto dell’allenatore per finire per accontentarsi, a prescindere l’Inter deve fare una cosa. E se dirigenza e giocatori non lo faranno con coscienza, sarà una catastrofe futura per l’Inter.

L’Inter deve affrontare l’umiliazione storica. Deve immergersi totalmente, per capire, analizzare, sentire il trauma che li brucia per poterlo attraversare. Se l’Inter metterà da parte la debacle senza precedenti come un incidente di percorso, sarà condannata a riviverlo, o meglio ne morirà per gli anni a venire.

Totalmente diversa la situazione dell’Italia. Perché una partita di qualificazione non è una finale Champions, perché alle spalle non c’è un percorso bellissimo come l’Inter, perché diversamente l’Italia non ha fatto scena muta ma scena stupida. Però mai nelle qualificazioni si era incassata una sconfitta così netta, bruciante, e contro un avversario ampiamente alla portata come la Norvegia.

L’Italia a Oslo è stata un raccapricciante esibizione di supponenza, provando a giocare un calcio che la Nazionale di Spalletti non ha quasi mai espresso, e essendo totalmente priva di qualità di gruppo che la facessero ribellare agli eventi.

Luciano Spalletti, ct Italia- (ANSA) – sportitalia.it


Basta, basta con questo scollamento dalla realtà di Spalletti. Il suo coraggio è diventato presunzione. Ci sono momenti in cui devi serrare le fila per provare a dare sicurezze: questo lo è sicuramente, eppure stiamo ancora a filosofeggiare col pallone mentre gli altri ci squartano.

Basta, se c’è da soffrire con gioco brutto ma proteggendosi per adesso lo faremo, senza vergogna.

L’assolutismo di Spalletti è inqualificabile, tanto più che chi va in Nazionale in campo e in panchina, deve sempre rendersi conto di un assioma: sono tutti in prestito a una causa ben più alta di loro, occasione che devono essere onorati di avere. Per gli azzurri e Spalletti è il momento di tirare fuori le palle, né più né meno.

Tancredi Palmeri

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