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Juventus, Tudor alla vigilia dell’esordio nel Mondiale: “Siamo pronti, ora tocca a noi!”

Alla vigilia della sfida contro l’Al Ain, Igor Tudor ha parlato in conferenza stampa in vista dell’esordio della Juventus al Mondiale per Club in programma nella notte tra giovedì e venerdì alle 3 del mattino.

Sul Mondiale per Club:
Non lo definirei un nuovo inizio, piuttosto una continuità. La squadra è praticamente la stessa: sono tornati Rugani e Kostic dai prestiti, e questo è un vantaggio. I ragazzi hanno già assimilato il lavoro fatto nei mesi scorsi, non partiamo da zero. Conosciamo il nostro gioco, ci conosciamo tra di noi, sia sul piano umano che professionale: è una base solida da cui ripartire”.

Sui cambi in dirigenza:
Non è il mio ambito. Ci pensa la proprietà, io mi concentro sul campo”.

Sulla sua conferma in panchina:
Non ho mai percepito incertezza nello spogliatoio, né in campionato né in queste settimane. Da fuori forse la sensazione era diversa, ma io mi sono sempre sentito al mio posto. Ho trovato un gruppo straordinario, professionale, pronto al sacrificio. Ero in una bolla mentale, focalizzato al 100%”.

Cosa ha detto ai giocatori sul Mondiale per Club?
Ero convinto che avremmo raggiunto l’obiettivo, e l’abbiamo fatto. Ora è un’altra storia: la preparazione è stata atipica per via delle nazionali, il gruppo non era sempre al completo. Ma qui sappiamo bene cosa significa indossare questa maglia: si gioca per vincere. Sempre”.

Un discorso motivazionale prima della partenza?
C’è stato, sì. Ce l’ha fatto il presidente Elkann. È venuto alla Continassa, carico, diretto, con messaggi forti da Juve. I ragazzi lo hanno ascoltato con attenzione: sono stimoli importanti, fanno la differenza”.

Il gruppo voleva la sua conferma, parola di Cambiaso:
Normale che Andrea dica così… sennò lo mando fuori rosa! (ride). Scherzi a parte, è bello sentire certe cose. Alla fine, quello che conta davvero è il pensiero dei giocatori. Io sono un allenatore esigente, anche in un calcio dove la coerenza sembra perdersi e i problemi si evitano più che affrontarli. Io no, io ci metto la faccia. In una settimana tipo un giocatore ha solo due-tre allenamenti per dare tutto: e per me quello è il minimo sindacale. L’allenatore oggi è chiamato a fare molto di più, ma la giustizia, l’equilibrio, devono rimanere al centro”.

Sulla gestione delle energie:
Il calcio cambia: si gioca di più, ma ci si ritira più tardi. L’alimentazione, gli staff personali, la preparazione: tutto allunga la carriera. Però quando parte la musichetta della Champions, la stanchezza sparisce. L’importante è scegliere sempre la miglior formazione possibile senza spremere troppo il gruppo. E ora, con il recupero di Gatti, Koopmeiners e Locatelli, c’è competizione vera. Le partitelle in allenamento? Altissimo livello”.

Obiettivi per il Mondiale per Club?
Tutto nuovo, tutto da scoprire. Gli avversari non si conoscono bene, la competizione è inedita. Non ci fissiamo limiti, ci concentriamo sul lavoro e su noi stessi. Andremo avanti passo dopo passo”.

Cosa manca per migliorare ancora?
Lo ribadisco: con tre innesti mirati diventiamo davvero competitivi. Inoltre, rientreranno Bremer, che si sta già allenando con noi qui negli USA, e Cabal. La società farà la sua parte, io sono molto soddisfatto dei miei ragazzi. Sono convinto: saremo più forti dell’anno scorso”.

Una squadra ‘alla Lippi’?
Mi piace il pressing, lo fanno tutti ormai. È bello andare a prendere l’avversario alto, ma bisogna anche saper tornare indietro. Il calcio oggi richiede tutto. Niente può essere trascurato. Bisogna restare aperti, non farsi incasellare da etichette, e lavorare in profondità”.

Sull’Al Ain e il Wydad:
Non vanno assolutamente sottovalutati. Magari vengono da campionati meno mediatici, ma sanno come si vince. Li abbiamo studiati, ma c’è sempre una componente di incertezza. Per questo serve massima attenzione. Alla fine, la vera sfida è sempre contro noi stessi”.

Stefano Francesco Utzeri

Classe 1993, nativo digitale sedotto dai Beatles e Marty McFly, cerco di raccontare il mondo a modo mio, al massimo delle mie possibilità. Laureato in Comunicazione nel 2018, e poi in Giornalismo nel 2020, ho collaborato con diverse realtà del territorio nazionale avendo studiato in Emilia-Romagna, ma il mio cuore è a Cagliari.

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