Calcio

Theo, il potere dei soldi e i rimpianti. Potenza Napoli, ci sono le ali per volare

Inutile fare tanti, troppi, giri di parole: potevamo immaginare che la forza dei soldi – una bella forza – avrebbe convinto Theo Hernandez ad accettare la proposta dell’Al Hilal. Qualche telefonata in più di Simone Inzaghi, un pressing crescente, l’interesse sempre più blando dei club europei, la necessità di prendere una decisione in fretta per non vivere da separato in casa l’ultimo anno di contratto con il Milan. Sinceramente, è un mezzo scandalo che Theo non possa proseguire nel calcio che conta, lo ritengo ancora oggi uno dei migliori specialisti nel suo ruolo. Ritengo assurdo che nessuno abbia deciso di non mettere sul piatto quei 25 milioni necessari per fare bingo e per assicurarsi un ragazzo che sarà complicato caratterialmente ma che al massimo delle motivazioni è sempre più una bella fionda sulla corsia mancina. Adesso il Milan ha il dovere di sostituirlo nel migliore dei modi, evitando di trasformare in sfinimento la vicenda Leao, sarebbe il caso di metterci subito un punto per evitare rincorse a fine luglio o metà agosto. Il Milan ha perso Reijnders e Theo, forse nessuno due anni fa avrebbe semplicemente immaginato che non avrebbero fatto parte della rosa 2025-2026. Ora si tratta di agire abbastanza rapidamente, soprattutto centrando quella famosa unità di intenti.


Esempio: vuoi Jashari, talento cristallino del Bruges? Inutile traccheggiare con offerte da 25 milioni, quando loro chiedono – bonus compresi – una cifra non certo lontana da quota 40. Il precedente De Ketelaere dovrebbe aver insegnato qualcosa, se cerchi Jashari più di Guerra allora vai, lo prendi, evitando un giro di valzer che non ha troppo senso. Infatti, il Bruges fa muro. Per il centrocampo occhio quindi a Samuele Ricci, non trascurando le chance di Xhaka, ma su quest’ultimo pesano l’aspetto anagrafico e la richiesta del Bayer che non vorrebbe privarsene. Ecco perché Ricci torna di moda, cercando di capire i margini per Guerra. Altro esempio: se Allegri ritiene Vlahovic il miglior attaccante in circolazione soprattutto per il costo del cartellino, inutile disquisire su un tetto ingaggi che non deve essere superiore ai 4 milioni a stagione.  Anche se resta da verificare un concetto, ovvero che Vlahovic decida di spalmare per un altro club l’ingaggio da 12 milioni netti. Il Milan dimostri di avere imparato dagli errori del passato e lasci pure Ibrahimovic a dilettarsi con le sforbiciate in mezzo al mare.

Il mercato sta entrando nel vivo, ma il Napoli ha acceso i motori da un pezzo e ha un vantaggio incolmabile. Parola d’ordine: due esterni offensivi. Ndoye è la prima scelta, ma l’avanzata su Noa Lang (sorpresa di domenica sera) procede nel migliore dei modi. Sullo sfondo resta Federico Chiesa. La doppia operazione consentirebbe al Napoli di avere una formidabile batteria negli ultimi 30 metri, se consideriamo la presenza di Politano e Neres. Immaginate poi se Antonio Conte dovesse aggiungere un certo Nunez a Lukaku, due centravanti di assoluto spessore per vincere un altro scudetto e per un percorso di prestigio anche in Champions League. Cosa mancherebbe al Napoli? Un difensore centrale come Beukema, inseguimento che dura da ormai tre mesi, con il Bologna che resta aggrappato, propone il rinnovo rispetto all’impegno in scadenza tra due anni, sapendo comunque – parole del ragazzo – che certi autobus passano una sola volta nella vita e sarebbe il caso di salirci senza troppe riflessioni. Insomma, il Napoli è una potenza dentro ma anche fuori dal campo: viviamo in un mondo pieno di parole (talvolta non rispettate), quando ci sono i fatti bisogna togliersi cento cappelli e non soltanto uno.

Alfredo Pedullà

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