Calcio

La verità di Spalletti: “Italia, ecco cosa ho sbagliato. Stampa contro? Non gioco a padel per farmi amici”

“Non mi passa mai. Mi toglie il sonno, mi condiziona in tutto, perché il pensiero torna sempre lì”: così l’ex commissario tecnico della Nazionale, Luciano Spalletti al magazine “Il venerdì“, di La Repubblica, oggi in edicola. “Certe volte mi sembra di essere felice, poi però dopo un attimo mi torna in testa quella cosa lì. Non sono riuscito a far capire ai ragazzi che gli volevo bene”, aggiunge.

L’ex allenatore dell’Inter ha affrontato il tema di ciò che è stato sbagliato nella gestione del suo ciclo in azzurro: “Il mio errore è stato, all’inizio, pigiare troppo su questo senso di appartenenza, di identità. Chiedere di cantare l’inno. Di fare un grido di battaglia prima di ogni allenamento. Volevo stimolare quell’orgoglio che provavo io, ma è stato troppo”.

Luciano Spalletti, ex ct Italia (LaPresse) – sportitalia.it

Quando però si parla di calciatori non all’altezza della situazione, Spalletti tira il freno a mano: “No, l’ho detto anche a loro: non vi fate fregare da chi dice che siete scarsi: siete di alto livello. Anche se è finita così e la responsabilità è solo mia, non mi priverei mai di Bastoni, Barella, Dimarco: del mio gruppo storico, insomma. Dopo l’Europeo eravamo tornati a fare le cose giuste, ho pensato che avessimo trovato la via. Ma, come succede a volte nelle nostre campagne, tu scavi il solco per l’acqua, ma quella prende una strada sua. E scava, e scava e alla fine si crea una voragine”.

Poi aggiunge: “In quei mesi abbiamo avuto una pressione enorme, come l’ombra di un Polifemo sulle spalle, non siamo riusciti a liberarcene. Mentre dicevamo che bisognava dare di più, non riuscivamo a fare neanche il minimo sindacale”.

Sui problemi con gli azzurri: “In quei mesi abbiamo avuto una pressione enorme, come l’ombra di un Polifemo sulle spalle, non siamo riusciti a liberarcene. Mentre dicevamo che bisognava dare di più, non riuscivamo a fare neanche il minimo sindacale. Da marzo a giugno, dalla Germania alla Norvegia, abbiamo preso dei gol troppo banali per essere veri. Anche nell’ultimo ritiro prima della sconfitta con la Norvegia sono successe cose inaspettate, tanti infortuni anche facendo venti minuti di allenamento”. Sul fatto di aver avuto lo spogliatoio contro però spiga: “Se fosse vero questo, vorrebbe dire che ho sbagliato del tutto le mie considerazioni: io risceglierei sempre quel gruppo di uomini e calciatori”.

Infine sulla stampa poco a favore: “La chiarezza si paga, ma ti fa stare bene con te stesso. Vengo percepito come uno di rottura, perché i miei amici sono quelli con cui sto bene, non quelli che mi danno dei vantaggi. Non vado a giocare a padel per farmi amici di comodo”.

Daniele Najjar

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