Calcio

Abodi: “Italia-Israele si deve giocare. Con la Russia c’è una differenza fondamentale”

Andrea Abodi, Ministro dello Sport, ha parlato della sfida contro Israele che l’Italia giocherà il prossimo 14 ottobre. Dichiarazioni che faranno rumore soprattutto a livello mediatico: “La mia opinione sulla partita di calcio tra Italia e Israele? Che si debba giocare, è in programma e si gioca come si è giocata già la partita dell’anno scorso, se non sbaglio proprio a Udine. Si è lavorato peraltro per giocare quella partita, per costruire i percorsi. È stato fatto un accordo anche per costruire percorsi di carattere sociale, di inclusione, facendo incontrare le comunità israeliane e palestinesi, perché il messaggio che speriamo possa arrivare è che anche attraverso lo sport quello che sta succedendo, che è drammatico, possa finire”, riporta l’Agenzia Dire.

Israele e Russia: Abodi spiega la differenza

“La questione è certamente delicata e va al di là della dimensione sportiva: la politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Siamo tutti sconvolti da quello che succede, perché nessuno di noi ha perso la sensibilità umana. Qual è la differenza tra Israele e la Russia, esclusa dalle competizioni sportive? Io credo che ci sia una differenza, e peso le parole con responsabilità. La Russia è un Paese aggressore, Israele è stato aggredito, forse questo si dimentica completamente. Tutto è partito, al di là dei giudizi e di come sta diventando, dal 7 ottobre 2023. Io credo che la ricostruzione dei rapporti e di una prospettiva nasca dal riconoscimento dei fatti, che non possono partire dopo ma devono tener conto anche dei presupposti. Se non ci fosse stato il 7 ottobre non saremmo in questa condizione, e se Hamas non si nascondesse dietro la popolazione civile probabilmente non saremmo in questa condizione. Vedo un grande assente sul banco degli imputati, specialmente da parte dell’opposizione, ovvero chi ha provocato tutto questo. Che non è certamente Israele, ma Hamas. Anche e soprattutto a danno del popolo palestinese, perché per quanto mi riguarda sono due cose diverse. Io mi auguro che proceda tutto così come è stato espresso più volte dal presidente del Consiglio, per quanto si debba registrare dolorosamente la morte di civili ma soprattutto di bambini, e cioè che si arrivi a un negoziato che stabilisca il modo con il quale i due popoli possano convivere in due Stati”.

Niccolo Anfosso

Giornalista pubblicista nato nel 2000. Laureato con il massimo dei voti in Scienze della comunicazione. Cresciuto a pane, sport e libri. Alla continua ricerca della perfezione.

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