Editoriale Calcio

Dopo Rabiot: Masterchef Allegri, ora tocca solo a te

Rimboccarsi le maniche, lavorare a testa bassa. Massimiliano Allegri, anche al netto dei suoi mindgames e delle uscite perfette in conferenza stampa, nel chiuso della sua dimora, dovrà ammetterlo a se stesso: il Milan gli ha dato in mano una squadra forte. Perfetta? No, senz’altro: un difensore di maggior esperienza poteva servire, ma dopo averne verificato le possibilità fino a poche ore dalla fine, si è virato su Odogu, in cui però chi ha deciso ha grossa fiducia. Non era quello che serviva in quel frangente, ma non è messo nemmeno così peggio di Kalulu (anzi) e Thiaw quando arrivarono. 20 milioni il primo, 42 il secondo, nel giro di pochi anni e manco troppe prestazioni fenomenali. Lo spartiacque significativo invece è stato l’acquisto di Rabiot: un capriccio a tutti gli effetti di Max, soddisfatto con la solita capacità tecnica di risolvere spinosi casi finanziari di Furlani. Rabiot non era indispensabile, ma sarà incredibilmente utile: con lui, il centrocampo vola, ma soprattutto il Milan manda un messaggio di risposta pronta a chi mette in dubbio le sue ambizioni. 

Si poteva fare di meglio? Certo, sempre. Di peggio? Pure, e di parecchio. Le scelte tecniche di quest’anno sono in capo al ds Tare, con oneri e onori: il rendimento dei vari Jashari, Athekame e Nkunku faranno da cartina tornasole alla “felicità” del progetto, che però nel complesso ha una sua linearità. Mi permetto di esprimere solo un dubbio nel reparto dei “quinti”, dove Musah è stato accantonato troppo velocemente, seppur sull’altare di un’offerta indecente e di una decisione già presa da giugno da allenatore e direttore sportivo.
Gli ingredienti sono di livello alto, ora tocca al cuoco, ben retribuito, cucinare bene e senza alibi: d’altronde se fosse una corazzata completa, non sarebbe servito Allegri. Il vero chef si vede con la mistery box, come insegnano anni di Masterchef: obiettivamente, in quella di Max sono capitate 2/3 materie prime introvabili e carissime (Leao, Pulisic, lo stesso Nkunku), 2/3 certezze (Modric e Rabiot), ma anche quelle classiche trappolone che possono rovinarti il piatto (la difesa). Bologna e Udinese ci diranno già tanto – ma non tutto – della sua stagione e delle prospettive: se fino alle 20.00 del 1^ settembre aveva senso ragionare sul “chiedere” qualcosa, oggi l’unica preoccupazione deve essere arrivare a gennaio ancora in corsa. Perché alla fine, mancano 36 partite, non 60: il Napoli dello scorso anno insegna, non serve avere due giocatori fenomenali per ruolo ovunque se non hai le coppe. Si può fare tutto, a patto di non regalare niente: Babbo Max – o meglio, le sue renne a seguito – ha già omaggiato la Cremonese… fino a Natale, sarebbe il caso di diventare tutti più cattivi.

Francesco Letizia

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