Dichiarazioni importanti di Gattuso ai suoi calciatori - Sportitalia.it (Foto LaPresse)
Il commissario tecnico della Nazionale ha parlato in conferenza stampa allo Stadio di Bergamo pochi minuti dopo il 5-0 contro l’Estonia.
La partita si è chiusa con i cori per te…
“Il complimento va fatto ai ragazzi. Voglio ringraziare questi splendidi tifosi che, anche sullo 0-0 a fine primo tempo, ci hanno applaudito. Ringrazio l’Atalanta per l’accoglienza e la città di Bergamo che ci ha sostenuto molto. I cori fanno piacere, ma i meriti sono tutti dei ragazzi. Mi è piaciuto soprattutto lo spirito della squadra”.
Hanno segnato tre centravanti: un segnale importante per un problema che la squadra aveva.
“Sapevamo che qualcosa avremmo dovuto concedere, qualche ripartenza o situazione di parità numerica in difesa. Però avevamo preparato la gara così: costruzione a tre, terzini larghi o dentro il campo, restando nella loro metà campo. Chiaramente, quando si alza il livello, serve più equilibrio. Stasera ci stava concedere qualcosa, ma ci godiamo la vittoria e da domani pensiamo a Israele. Sono soddisfatto della prestazione e dello spirito, anche se in futuro qualcosa in difesa va rivisto”.
La squadra è stata paziente.
“L’avevo detto: in questi tre giorni ho visto segnali importanti, un ambiente positivo e giocatori che hanno lavorato forte. Nel primo tempo abbiamo tirato 17 volte senza segnare, ma i ragazzi non hanno perso la testa e hanno continuato a macinare gioco. Mi è piaciuto lo spirito, è una cosa che non può mancare a questa squadra”.
Mai vista una partita sospesa per un telefonino…
“L’hanno sospesa? Non me ne sono neanche accorto (ride, ndr)”.
Contento della coppia Kean-Retegui?
“Sì, molto. Dal secondo giorno avevo visto che si cercavano, e infatti hanno fatto bene. Qualcosina va sistemata, ma la cosa più importante non sono i cinque gol: è lo spirito con cui abbiamo giocato. Più passavano i minuti, più la tensione poteva frenare, invece non è successo. Dobbiamo continuare così. Le pressioni ci sono, io per primo le sento, e i ragazzi pure, perché veniamo da due competizioni dure. Ora testa a Israele, che sarà una partita completamente diversa”.
Ti senti più commissario tecnico o capopopolo?
“Un uomo con un peso enorme sulle spalle. Sono orgoglioso di questo ruolo e grato a chi mi ha voluto, ma non mi sento nulla di speciale. Sento solo tanta responsabilità e spero di raggiungere l’obiettivo”.
Come hai vissuto l’inno? Hai una dedica particolare?
“All’inno mi sono emozionato, dopo no. Durante l’inno penso sempre alla voce di mia mamma che mi chiamava dal balcone. La dedica è per mia moglie, che mi sopporta dal 1997: sono 28 anni insieme e so cosa ha passato con me. E naturalmente per i miei figli, che mi fanno stare bene. Li amo davvero”.
Bastoni ha parlato di metaforici ceffoni all’intervallo: hai dato la scossa tu?
“Ceffoni non ne ho dati a nessuno (ride, ndr). Io voglio una squadra che pedali. Non basta la qualità: serve spirito di gruppo, fare una corsa in più, dire una parola in più. Credo fortemente in questo. Non basta avere talento, bisogna anche saper soffrire e portare a casa il risultato. L’Italia era maestra in questo e dobbiamo ritrovare quello spirito”.
C’è qualcosa che non ti aspettavi e invece hai visto?
“Andare nello spogliatoio sullo 0-0 e ritrovare una squadra sfacciata nella ripresa. Mi aspettavo più contrazione e invece i ragazzi sono stati bravi”.
Che partita sarà contro Israele?
“È una squadra con qualità, che non ha paura di palleggiare, costruisce dal basso e ha esterni pericolosi. Anche contro l’Italia di Spalletti non furono partite semplici. Hanno cambiato poco, quindi va preparata bene. Serve rispetto e la giusta mentalità”.
Le vicende extra-campo possono condizionare?
“Sono un uomo di pace e vedere civili e bambini soffrire è la cosa peggiore. Da domani torniamo a Coverciano per preparare la partita. So che il presidente Gravina ci sta lavorando. Abbiamo solo la sfortuna di averli nel girone. Ciò che sta accadendo è terribile, fa male da vedere, ma non posso aggiungere altro”.
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