Editoriale Calcio

Santi in Paradiso e qualche errore di troppo

“Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è… sulle panchine in Piazza Grande” cantava Lucio Dalla, tifoso Bologna, ironia della sorte l’imminente avversario di un Milan che non ha più jolly da sprecare. Santi, come San Carlo Acutis, fresco di canonizzazione e tifoso rossonero, come vi abbiamo rivelato a Casa Milan lunedì scorso (a proposito, seguiteci alle 16.30 ogni lunedì!). Santi, in realtà sta sopratutto per diminutivo di Santiago, inteso come Gimenez, l’uomo più atteso di questo Milan-Bologna in arrivo. Dopo il super gol allo scadere contro la Corea del Sud, ESPN l’ha battezzato “l’eroe del Messico”: un episodio che più aiutare il numero 7 rossonero a scuotersi di dosso la negatività e provare a mettere sui binari giusti le cose. Perché questo ragazzo, non lo diciamo di certo per un gol in amichevole, ha qualità e mezzi per sfondare, ma deve essere aiutato e supportato, anche e soprattutto a livello morale e caratteriale. Su Santiago Gimenez, qualcuno ha sbagliato quest’estate: anzi, forse ben più di qualcuno, ma ciascuno si faccia l’idea di chi lo abbia fatto maggiormente. L’entourage del giocatore per esempio, visto che con un po’ di malizia si poteva consigliare a Santi di tagliare un pezzetto di vacanze per mettersi prima a disposizione di Allegri, con un gesto che sarebbe stato sicuramente ben apprezzato. Ma ha sbagliato anche Allegri, nel bollare il giocatore con determinati preconcetti prima ancora di vederlo per ben all’opera, in allenamento come in campo. Ha sbagliato Tare nel parlare a ruota libera dell’unico argomento di cui si poteva dire due parole in meno, cioè il viavai delle punte. E infine abbiamo sbagliato anche noi giornalisti, nel farci attrarre dal tema mercato, dimenticandoci proprio presto di ciò che solo a febbraio veniva raccontato su Gimenez. Ha fatto bene invece il Milan a non chiudere nessun tipo di scambio con Dovbyk: la Roma avrebbe fatto l’affare e il rimpianto in via Aldo Rossi già sarebbe stato grande. Come rimediare? Il tempo sistema le cose, è vero, ma mai come stavolta è necessario che l’allenatore ci metta tanto del suo. D’altronde altrove, anche in piazze importanti, in tanti accenderebbero tutti i ceri a disposizione per essere al suo posto, che questo sia sempre ben chiaro e presente, quando una certa parte di stampa lo dipinge, in maniera incomprensibile, come una vittima. Ma quelli forse, sono altri Santi, di cui è meglio non parlare adesso. 

Francesco Letizia

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