Se domani il Napoli vincerà col Pisa, al Maradona, alla quarta giornata di Serie A sarà già in fuga verso lo scudetto. Banale, prevedibile. Tudor ha mancato la prima chiamata dell’anno a Verona per scoprire la sua Juve antagonista della squadra di Conte: la stagione è lunga, ma per adesso sembra esserci davvero il vuoto alle spalle degli azzurri. I bianconeri hanno bucato la gara del Bentegodi principiante sull’approccio, forzando alcune scelte al terzo impegno settimanale dopo le gare contro Inter e Borussia Dortmund in cui hanno speso tanto. Sarebbe bastata una gestione più attenta delle forze, probabilmente, per stendersi meglio nei novanta minuti della partita. Invece l’Hellas ha retto bene al primo tempo e ha avuto tempo e modo di osare nel secondo, fino a sfiorare l’impresa da serata perfetta. Di fatto il pari accende i riflettori sull’arbitro, su alcuni episodi dubbi e sulle più tradizionali chiacchiere che non sono mai abbastanza sul calcio in Italia.
Tudor è andato giù duro sulla direzione di Rapuano, per un rigore di troppo e un rosso che manca. Ed è quantomeno imbarazzante che nell’era del Var, dell’Avar e qualsiasi altra roba che possa ridurre l’errore – vario ed eventuale – si sia ancora al punto di partenza nel dover contestualizzare l’errore dell’errore dell’errore. Chissà per quanto tempo si andrà avanti ancora così, quasi senza senso. Si disse che il supporto tecnologico avrebbe evitato al direttore di gara di sbagliare, invece ora sono in due-tre almeno a farlo in pieno concorso: poche via d’uscita al momento. L’estate scorsa gli arbitri bocciati in Serie A sono stati dirottati alla formazione per arbitrare da remoto: buona parte trentenni negati al campo della massima serie, in cui sarebbero cresciuti col tempo, come alle categorie inferiori. Di fatto, fischietti bruciati come si fa con i giovani talenti svenduti nei campi di provincia perché a un certo punto celebrati come star prima ancora che lo fossero.
In attesa che il mondo dell’arbitraggio ritrovi la strada dell’equilibrio e garantisca una migliore media di rendimento, così da evitare sfoghi come quello di Tudor a Verona (“Un rigore così lo concedi solo se non hai mai giocato a calcio” e ancora “non voglio scuse, ma alla fine così si decidono le partite”), le grandi della Serie A sono ancora in tempo per ritrovare la scia del Napoli e puntare la vetta, allo stesso modo del Milan che a Udine ha fatto il suo, avendo pure dalla propria parte il buon vantaggio di poter gestire meglio le forze nelle settimane di calcio in Europa. Qui Allegri ha esperienza recente da far pesare lungo la stagione, avendola maturata nella sua ultima stagione alla Juve. Per le altre in ritardo c’è invece tempo ma non troppo: a un certo punto la stagione prende una piega, la classifica si allunga e si rischia di giungere in ritardo alle chiamate che fanno la differenza. Nessun dentro o fuori per adesso, ovvio. Ma all’appello mancano in tante.