Calcio

Juve-Milan fuori i secondi. La mandrakata nascosta su San Donato per San Siro

In un certo senso ha molta logica dal punto di vista narrativo che Juventus-Milan arrivi subito dopo Milan-Napoli. Adesso sappiamo che il Milan può competere con il Napoli per la partita secca e forse per lo scudetto, ma c’è da chiarire la questione con gli altri contendenti. La Juve non sembra in nessuna maniera vicina ai rossoneri né sul piano della solidità né dell’autostima, eppure non dimentichiamoci che si tratta di una delle uniche tre imbattute (essendo le altre l’Atalanta e la Cremonese, attenta Inter!). Il Milan non potrebbe sperare in un momento migliore per andare a sbancare Torino: innanzitutto ci va dopo una trasferta di Champions bianconera, con Bremer e Thuram che devono stringere i denti per esserci, e pur non rubando l’occhio Allegri tuttavia provate a confrontare la prova ordinata e disciplinata che ha dato contro il Napoli con la versione sgangherata della Juve contro l’Atalanta, errori su errori e squadra totalmente per i fatti suoi in giro per il campo.
La sensazione è che Allegri non perderà mai, e se la Juve non si rimetterà in piedi con personalità finirà per essere zebra rosolata a fuoco lento dalla cucina allegriana. La cosa più sconvolgente è che la settimana scorsa il Milan ha vinto giocando esattamente nella maniera in cui voleva, ovviamente finché è durata la parità numerica, e anche così perfino uno scienziato come Conte è finito per cascarci.
L’interno dello Stadio Meazza in San Siro (sportitalia.it) – foto laPresse
La mandrakata al Tar libera San Siro
Nonostante l’atteso ricorso al Tar e il possibile intervento della Corte dei Conti, i giochi per San Siro difficilmente si riapriranno. E la maniera in cui si sono chiusi è simbolica della gigantesca opera di manipolazione ai danni dell’opinione pubblica. Avete presente lo spauracchio di San Donato, l’alternativa allo stadio San Siro a cui RedBird/Elliott ha minacciato di rivolgersi fino al voto, ribadita continuamente da Scaroni, dal sindaco Sala fino alla mattina del primo consiglio comunale, per non parlare di svariati consiglieri PD durante la discussione degli emendamenti? Beh, sentite questa.
La possibilità di edificare lo stadio che “voleva” il Milan a San Siro è stato bocciata dal Tar, notizia pubblicata dal quotidiano locale “Il Cittadino” il 30 settembre. Solo un giorno dopo l’approvazione dell’abbattimento di San Siro! Nessun quotidiano nazionale, nessuna tv, solo un quotidiano locale. E sì che a palazzo di giustizia a Milano il presidio della stampa è costante… Ma non è finita, anzi, è pure meglio. Perché andando poi sul sito del Tar a cercare la sentenza, viene fuori che è stata pronunciata il 24 settembre. Il 24 settembre! Ovvero un giorno prima che iniziasse la discussione in consiglio comunale! Eppure, sparita completamente dai radar! Ovviamente, RedBird/Elliott se n’è guardata bene dal parlarne, ma quello è normale. Ma come poteva fare il Comune di Milano, il sindaco Sala, a ignorare una cosa simile? E addirittura il giorno dopo a ripetere in coscienza che, cito, “rischiamo di trovarci con un costruito su un’area oggi relativamente verde come San Donato, col fatto che a noi rimarrà San Siro vuoto, per cui vedo un pericolo”. E invece da 24 ore lo stadio a San Donato era kaputt, finito, nada. Ora, è credibile che i vertici del Comune di Milano davvero non fossero a conoscenza di una sentenza talmente vitale per il futuro e l’economia di Milano? Sim Sala bim, ecco la mandrakata grazie al quale sparisce lo stadio San Siro.
Tancredi Palmeri

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