Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, dopo la vittoria sul Liverpool (fonte: AC Milan)
Da quando Massimiliano Allegri è tornato sulla panchina del Milan, i rossoneri hanno ritrovato una delle caratteristiche principali di una squadra che ambisce a grandi traguardi: la solidità difensiva. Dopo un inizio di stagione altalenante, il tecnico livornese ha registrato immediatamente la retroguardia con il suo consueto pragmatismo, restituendo compattezza e fiducia a un gruppo che ora sembra difficilissimo da scardinare.
L’ultimo gol subito su azione risale addirittura a Milan-Cremonese 1-2, quando Bonazzoli segnò il gol della vittoria con una clamorosa rovesciata, rimasta finora l’unica rete incassata non su sviluppo di calcio piazzato dai rossoneri nell’ultimo mese e mezzo. Da allora, la squadra di Allegri ha costruito una serie di prestazioni impeccabili sul piano difensivo, culminate in una lunga striscia di imbattibilità nei risultati.
Dopo la sconfitta con la Cremonese, il Milan di Allegri ha reagito come solo le grandi squadre sanno fare. A Lecce è arrivato un netto 0-2, con la difesa che ha concesso pochissimo e Maignan praticamente inoperoso. Poi, in Milan-Bologna 1-0, i rossoneri hanno mostrato grande maturità nel gestire il vantaggio, chiudendo ogni spazio e difendendo con ordine fino all’ultimo minuto.
La trasferta di Udine, vinta 0-3, ha ulteriormente certificato la solidità del reparto arretrato, con una linea difensiva guidata da Tomori e Thiaw capace di annullare qualsiasi iniziativa friulana. Anche nel successivo Milan-Napoli 2-1, l’unica rete subita è arrivata su rigore trasformato da De Bruyne, confermando che su azione la porta di Maignan (protagonista ieri con un miracolo su Gatti, comunque su sviluppo da piazzato) resta inviolata. Infine, lo 0-0 allo Stadium contro la Juventus ha rappresentato la prova di maturità definitiva: compattezza, attenzione e capacità di soffrire quando serve.
Sei partite, una sola rete subita: numeri che raccontano meglio di qualsiasi parola il lavoro svolto da Allegri e il suo staff.
A queste prestazioni in Serie A, se vogliamo, va aggiunta anche la vittoria in Coppa Italia contro il Lecce per 3-0.
Il nuovo corso rossonero porta la firma inconfondibile di Massimiliano Allegri, maestro nella gestione tattica e nella preparazione difensiva. Il tecnico ha ridato equilibrio a un Milan che, nella passata stagione aveva preso oltre 50 gol in stagione. E quel che fa più impressione è che lo abbia fatto puntando sul materiale che aveva già a disposizione. I titolari del Milan infatti sono Tomori, Gabbia e Pavlovic, tre che lo scorso anno erano già al Milan ed erano stati a turno tutti bocciati. Non si tratta solo di difendere, ma di sapere quando difendere e farlo in maniera organizzata e organica: un principio cardine dell’Allegri-pensiero.
Il Milan oggi è una squadra che sa attendere e colpire, che non si scompone mai e che ha imparato a gestire i momenti della partita con grande maturità. Con una difesa tornata granitica e un gruppo unito, il Milan guarda ora al campionato con ambizioni concrete. Se l’attacco dovesse ritrovare anche l’apporto di Rafa Leao, per ora deludente, i rossoneri potrebbero davvero tornare a lottare per lo scudetto. E, come spesso accade con Allegri, tutto parte da una certezza: prima non prenderle.
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