Inter, Henrikh Mkhitaryan torna a parlare degli "ingiocabili". E benedice Chivu
Il centrocampista nerazzurro Henrikh Mkhitaryan spiega la sua versione sul ruolo avuto da Chivu nella reazione dell’Inter e torna a parlare dell’ormai celebre frase sugli “ingiocabili”. Poi un consiglio non banale al giovane talento Francesco Pio Esposito.
Prove di vera Inter: dopo uninizio di stagione incerto – con due sconfitte nelle prime giornate contro Udinese e Juventus – i nerazzurri si sono rimessi in carreggiata inanellando cinque vittorie consecutive nelle ultime cinque partite fra campionato e Champions League. Il centrocampista Henrikh Mkhitaryan, con la solita schiettezza che lo contraddistingue, ha parlato del cambio di marcia fatto dalla squadra ammettendo che ora, con Cristian Chivu, il gruppo sta iniziando seriamente a reagire mentalmente dopo le fatiche della passata stagione (con annesso finale horror e gli zero titoli raggiunti dopo una stagione che aveva fatto sperare i tifosi in una annata storica).
In una intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport l’armeno ha dichiarato: “Rivoluzione di Chivu? È presto, lavoriamo insieme da pochi mesi, ma mi piace molto la sua cura di ogni dettaglio. È molto meticoloso, dote dei grandi tecnici. Gli allenamenti con lui sono intensi e particolarmente divertenti. Confondono tutti, danno stimoli in più, ma sono anche decisamente duri. Ti tengono sempre concentrato, una sensazione che ti aiuta in campo. In generale, Chivu è stato bravo a farci voltare pagina mentalmente dopo la fine della stagione scorsa: il passato non si cambia, ma il futuro si può scrivere”.
Mkhitaryan è poi tornato sulla ormai famosa frase degli “ingiocabili”, pronunciata l’anno scorso: “Se in realtà parlavo del fatto che a volte calava la concentrazione? Sì, è stato un problema evidente, abbiamo perso punti perché, inconsciamente, pensavamo forse che ce l’avremmo fatta comunque. Anche su questo stiamo lavorando tutti insieme grazie all’allenatore: vogliamo evitare di cadere ancora in quell’errore. Però, resto dell’idea che, se ci alleniamo bene e ci sacrifichiamo, allora per l’Inter tutto diventa davvero possibile. Non è arroganza, ma voglia”.
Mkhitaryan ha poi parlato di Pio Esposito e Bonny: “Ho già detto loro in privato di essere… più egoisti. Gli attaccanti devono esserlo, vengono giudicati dai gol. Devono aiutare la squadra, come già fanno, ma alla fine si conteranno solo le loro reti. Continuo a ripetere: “Siete voi che dovete farci vincere!”. Li posso aiutare in certi dettagli tattici, ma spetta a loro lavorare e metterla dentro. Credetemi, hanno già un grande presente, ma ilfuturo sarà ancora più grande, anche perché sanno comportarsi ovunque”.
Spazio ad un consiglio: “Un problema dei giovani? Se guardi il cielo di notte, vedi tante stelle. Se ti concentri su una sola, non vedi più le altre. Accade lo stesso con il telefono: se guardi solo quello, non vedi cosa capita attorno a te. Per questo a me non piace che si usi troppo in spogliatoio o in palestra. Anche questo influisce sulla prestazione: poi in campo abbassi la testa, guardi solo il pallone e non vedi i compagni. Questa è una malattia per tanti ragazzi, va molto oltre il calcio”.
Poi aggiunge: “Su Pio troppa pressione? Sì, troppa, e nonmipiace. È un ragazzo di 20 anni con grande potenziale, ma gli serve il giusto tempo. Non bisogna esagerare con le aspettative, altrimenti lo si rovina. Ognuno deve fare il proprio percorso, con calma, e vedrete che presto l’Italia si godrà questo tesoro”.
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