E’ un Roma-Inter dove può girare la stagione di entrambe. Che sì, che è la settima giornata e figuriamoci, e tre punti qua o là sono lo stesso.
Però se la sconfitta sarebbe comunque ovviamente rimediabile, la vittoria per l’una o per l’altra direbbe parecchio in termine di personalità e prospettiva.
In ordine di classifica, prima la Roma: non ha ancora incontrato una big, e queste sono le colonne d’Ercole per capire se si può andare a veleggiare per lo scudetto o se al primo avversario al di sopra delle proprie possibilità saranno ricacciati nei ranghi. Intanto Gasperini in conferenza stampa l’ha detto tra le righe: tutti parlate di Champions come se fosse più importante dello scudetto. E quindi ha gettato la maschera: certo che ci crede, e perché non dovrebbe con la miglior difesa nei numeri e il primo posto.
Anche perché il Gasp non è che giustamente si ecciti con la Champions, l’ha lasciata a Bergamo, vuole di più, altrimenti che lo faceva a fare il salto nel buio verso Sud. Noi gli auguriamo mille anni di carriera ma non è che sia di primo pelo, e dunque se intravede mezza occasione di lottare per il titolo come non gli è mai successo, sarebbe la motivazione che giustifica tutta la parabola di carriera.
Mentre l’Inter l’anno scorso ha sparato a salve in ognuno dei big match con Napoli, Juventus e Milan, e addirittura risale al 2024 l’ultimo vinto, e insomma contro una Roma prima in classifica questo sì che lo è un big match. Ha fatto 5 vittorie consecutive in partite ufficiali come non le accadeva da marzo, e non arriva oltre addirittura dal marzo dell’anno prima quando si fermò in casa dell’Atletico. Questo per dire quanto anche dal punto di vista statistico sia difficile vincere a Roma.
Ma i numeri non contano: dopo aver raddrizzato la barca non disperdendo più punti, adesso l’Inter deve capire se è solo affidabile o anche competitiva. E solo vincendo tornerebbe a riposizionarsi prepotentemente per la lotta di vertice.
E’ un turno favorevole per Napoli e Milan: con tutte le critiche che prende, intanto il Napoli vince, e quando deve giocare non dopo la Champions lo fa sempre con più facilità. E poi il Torino è di una inaffidabilità…
Il Milan invece rischierebbe anche qualcosa in più viste le assenze, ma non se riceve una Fiorentina viola di paura della sua stessa ombra, classica partita da regolare in maniera allegriana vincendo senza concedere fronzoli né pericoli.
Chi rischia di più è la Juventus: a Como l’anno scorso ballò la rumba ma si salvò per un gentile errore dell’arbitro; oggi sul piano del gioco c’è una differenza in termini di anni luce, anche se al Como mancherà un Jesus Rodriguez dirompente, e senza Fabregas in panchina dovrà stare attento a non peccare di nuovo d’ingenuità, con cui la Juve andrebbe a nozze.
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