Lazio, miracolo Sarri: ora e a -3 dall’Europa (LaPresse) - Sportitalia.it
Dal blocco del mercato alle basse aspettative di inizio stagione, la Lazio era partita in sordina in questo inizio di campionato. Ma con il grande lavoro del proprio tecnico, Maurizio Sarri, si è portata a ridosso dell’Europa
La Lazio di Maurizio Sarri ieri sera ha battuto 2-0 il Cagliari, con una prova convincente dal primo all’ultimo minuto. A stapparla è stato il gran gol di Isaksen, a chiuderla quello di Zaccagni. In un colpo solo, la Lazio ha superato Torino, Sassuolo, Atalanta, Cremonese e Udinese, portandosi a quota 15 punti. Ovvero a soli 2 punti dal settimo posto occupato dal Como, il primo utile per un piazzamento europeo. Infilando il sesto risultato utile consecutivo dopo la sconfitta nel derby contro la Roma, che era sembrata la certificazione del fatto che questa stagione dovesse andare in modo negativo. 42 giorni dopo invece i biancocelesti si ritrovano con il morale a mille e una nuova prospettiva per il prosieguo dell’annata. Il merito? Soprattutto di Sarri.
Non a tutti è piaciuta la sua solita schiettezza, ma Maurizio Sarri è stato tanto chiaro fin da subito, quanto poi dedito a passare dalle parole ai fatti. Dopo la chiusura del mercato in entrata del club in estate, l’allenatore ha riflettuto su cosa fare, decidendo di restare. “In un altro club non so se sarei rimasto, ma per la Lazio sì”, ha detto a più riprese. Frasi che qualcuno ha interpretato come lamentele fini a sé stesse, ma che invece sono state seguite dal lavoro del campo. Non era facile trovare una quadra in una squadra che a livello di morale era a pezzi. Ma che ora si ritrova a sole due lunghezze da un piazzamento europeo. In attesa di capire se il mercato di gennaio potrà dare una mano ad alzare l’asticella.
Maurizio Sarri non si è trovato la squadra ideale con la quale manifestare il proprio gioco e le proprie idee. Si è però adattato, partendo dalle basi. Un esempio? La difesa: la Lazio con il 2-0 di ieri è giunta al quarto clean sheet consecutivo, dopo aver mantenuto la porta inviolata contro Atalanta, Juventus e Pisa. In totale è la sesta volta nelle prime dieci gare che accade. Nonostante le assenze poi, l’attacco sembra piano piano ritrovarsi. Ieri ha fatto fatica a sbloccare la partita, ma alla fine prima Isaksen e poi Zaccagni hanno messo la firma. Ora l’Inter, per capire quanto serie siano le intenzioni dei biancocelesti.
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